Parlando all’assemblea dei gruppi parlamentari del Popolo della Libertà, il segretario del partito, Angelino Alfano, ha spiegato che le primarie “aprono a una gara delle idee e hanno anche lo scopo di rafforzare i due pilastri del bipolarismo: Pdl e Pd”. Con lo strumento delle primarie secondo Alfano si rende più forte una sfida a due, certamente con la consapevolezza “che nella nostra meta’ campo c’e’ solo un protagonista ed e’ il Popolo della Libertà”.
Sarà proprio attraverso le primarie che verrà individuato, ribadisce Alfano, il candidato premier del PdL. Primarie che, ricorda il segretario, sono state decise all’unanimita’ durante l’Ufficio di Presidenza. Dunque avanti su questa strada, anche Berlusconi è d’accordo, ha precisato Angelino Alfano, che poi ha affermato che negli ultimi sondaggi a disposizione del partito si legge chiaramente che il PdL ha possibilità di recuperare consenso e persino di tornare a vincere: "Sarebbe sufficiente che una delle due coalizioni abbia il 40 o il 41% dei voti. Ovvio che bisogna crederci, la fede nel successo e’ la premessa del successo".
Alfano oggi è stato ricevuto dal presidente del Consiglio, Mario Monti, insieme a Silvio Berlusconi e Gianni Letta. Ha sottolineato il segretario PdL: “Noi abbiamo scelto di sostenere il governo Monti non perche’ lo volessero i mercati, ma perche’ c’era una dimensione politica che non ci consentiva di fare quello che volevamo nell’interesse degli italiani”.
Durante la riunione dei gruppi parlamentari, il segretario ha anche messo sul tavolo la possibilità di recuperare l’alleanza con la Lega: “Se il percorso con la Lega va avanti otteniamo una triplice vittoria: un gol istituzionale per le riforme; un risorgere dell’alleanza (con la Lega) su contenuti e non su negoziati di potere e una gara elettorale che potrebbe fare esprimere ai cittadini il Presidente della Repubblica”.
E proprio a proposito di legge elettorale, Alfano ha spiegato che sul tema una sintesi si puo’ trovare entro luglio. Il segretario avrebbe ribadito il no al sistema del doppio turno proposto dal Pd ove non inserito in un’organica riforma di stampo semi-presidenziale.
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