Ancora non esiste una data certa, ma all’interno del Pd già ci si prepara al congresso che, in autunno, dovrà eleggere il nuovo segretario nazionale. Matteo Renzi, è certo, sarà uno dei candidati. Anche se, ripete, è disposto a correre “solo se saranno primarie aperte, se invece saranno riservate ai soli iscritti lascio stare”. Ma l’attuale segretario, Guglielmo Epifani, ha già garantito: le regole “saranno condivise” e “fatte nella massima trasparenza”. Speriamo sia così e che l’apparato del Pd non cerchi di bloccare ancora una volta il percorso del sindaco di Firenze. Sarebbe un grave errore, perché Renzi è senza dubbio “una risorsa”, come lo definisce – fra gli altri – Alessandra Moretti, deputata e già coordinatrice della campagna elettorale di Bersani alle primarie. A Moretti piace anche Stefano Fassina: “Stimo molto Stefano e ritengo che più saranno le figure autorevoli in campo, più avremo un congresso plurale e aperto sulle idee e la visione che il Pd deve avere del Paese".
E’ proprio quello di Fassina il nome su cui punterebbe Bersani. E con il viceministro all’economia i candidati alla segreteria del Pd fanno quattro. Ci sono anche Cuperlo e Civati.
Nel Partito Democratico in ogni caso si vive un momento assai difficile: Renzi se la ride mentre osserva il Pd spaccarsi fra correnti. Questa situazione lo rafforza, ovviamente. Nei sondaggi, il leader dei rottamatori è primo nei consensi: supera persino il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Matteo sa che deve raccogliere i frutti di ciò che ha seminato e deve farlo presto. Se il Pd gli chiuderà ancora una volta le porte in faccia, non è escluso che possa cercare altre strade per raggiungere i propri obiettivi.
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