“Una nuova fase di crescita, che consentirà più margini di manovra per tagliare le tasse, non solo sulla casa". Lo afferma il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, in una intervista al Quotidiano Nazionale nella quale sottolinea che "diamo per sostanzialmente acquisito l’obiettivo dello 0,7% e, quindi, speriamo in qualcosa di più. Ma, soprattutto, cambia la qualità della crescita: la domanda interna sale insieme con la fiducia dei consumatori, si vede anche dall’aumento dei mutui. C’è un miglioramento strutturale del mercato del lavoro, con l’occupazione che cresce parallelamente al calo del tasso di disoccupazione e, per la prima volta da 19 trimestri, riparte nell’edilizia. Merito anche delle misure del governo, Jobs Act e incentivi alle assunzioni a tempo indeterminato. Un quadro incoraggiante".
In vista della nota di aggiornamento del Def precisa: "I tecnici sono al lavoro. Con gli ultimi dati è possibile che escano stime più elevate". Maggiore crescita significa anche margini aggiuntivi preziosi in vista della manovra: "La legge di Stabilità prevede di disinnescare le clausole di salvaguardia da 16 miliardi, soprattutto attraverso la spending review e in parte l’utilizzo dei margini di bilancio, che la crescita aggiuntiva allargherà un po’".
"Questo quadro potrebbe consentirci di gestire un po’ più agevolmente i tagli di tasse annunciati dal premier. Che riguarderanno la casa, ma non solo". Già nel 2016? "Sì, non dico altro perché ci stiamo lavorando. Il taglio delle tasse sulla casa non è un’azione estemporanea ma parte di una strategia fiscale iniziata nel 2014 con gli 80 euro, proseguita nel 2015 con il taglio dell’Irap, e che continuerà fino al termine della legislatura".
C’è la possibilità di affrontare subito il taglio Ires, magari con un intervento sul Sud? "Le misure sono ancora in discussione, certo ci sarà un’attenzione particolare sul Mezzogiorno tenendo conto dei limiti della disciplina Ue sugli aiuti di Stato. Stiamo valutando diverse ipotesi".
Vi aspettate risorse importanti dalla lotta all’evasione? "Sì. Stiamo iniziando a vedere risultati incoraggianti anche dalla regolarizzazione dei capitali all’estero, uno strumento di lotta strutturale all’evasione che nessun altro governo – né di centrodestra né di centrosinistra – aveva introdotto. E sia chiaro che non si tratta di un condono". E conclude: "Non entro nel dibattito politico. C’è un orizzonte di legislatura sul quale si basa la strategia economica del governo. Un’interruzione avrebbe ripercussioni negative sull’efficacia delle misure".
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