Da oggi cambia luce l’Ultima Cena di Leonardo Da Vinci, grazie a un nuovo impianto a led, che garantisce risparmio energetico e una emissione di calore molto minore. Dunque inquina meno e aiuta a conservare meglio il delicatissimo capolavoro di Leonardo, che ora si puo’ visitare solo a piccoli gruppi. L’impianto precedente risaliva all’epoca del restauro, il 1998, ed era a tubi fluorescenti. Le difficolta’ che iGuzzini hanno dovuto affrontare per ideare l’impianto non sono poche: Leonardo aveva previsto diversi punti di luce nel dipinto che pero’ deve essere illuminata dal basso per ”evitare elementi tecnologici – ha spiegato il soprintendente dei Beni architettonici e paesaggistici Alberto Artioli – fra l’opera e il visitatore”.
Si e’ fatto quindi un lavoro per dare un’illuminazione uniforme, cercando di far risaltare ancora di piu’ i colori, soprattutto i rossi.
”Questa inaugurazione – ha aggiunto Sabrina Bandera, appena nominata direttrice del polo museale lombardo di cui fa parte il Cenacolo – da’ l’avvio all’immagine di Milano per Expo, e’ un fiore all’occhiello”.
Proprio in vista di Expo l’orario di visita del Cenacolo si allunghera’. Si sta chiudendo l’accordo con uno sponsor che permettera’ di recuperare le risorse per tenere aperto anche alla sera (almeno fino alle 22) e il lunedi’ pomeriggio. Si parla di circa centomila euro. Pero’ il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, vorrebbe che queste aperture straordinarie fossero confermate anche dopo.
”Il flusso di turisti a Milano comincera’ con Expo – ha osservato – e non finira’ per molti anni”. Franceschini, anche nella sua tappa milanese, ha voluto sottolineare l’importanza della collaborazione fra pubblico e privato (qui l’aiuto di iGuzzini che ha ”investito molte risorse” come ha spiegato Adolfo Guzzini). ”La collaborazione pubblico-privato – ha sottolineato – e’ quasi un atto dovuto, soprattutto quando si tratta di intervenire per il patrimonio dell’umanita’. Le risorse private non sostituiranno mai quelle pubbliche, ma possono integrarle”.
L’art bonus, che prevede un credito d’imposta del 65% non solo per le aziende ma anche per i privati che fanno donazioni, agevola anche piccoli interventi e il ministro vorrebbe che diventassero sempre piu’ frequenti progetti di crowd funding ”cioe’ della raccolta di piccole donazioni fra i cittadini per il museo o il monumento della loro città”.
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