“La situazione in Venezuela è molto difficile e la nostra collettività soffre molto a causa di quanto sta accadendo nel Paese”. Sono parole di Ugo di Martino, presidente del Comites di Caracas. “La comunità italo-venezuelana ha dato molto all’Italia, ora abbiamo bisogno che il governo ci sia vicino e che si sia tutti attenti e presenti”, dichiara parlando con Askanews.
Il governo italiano è talmente vicino agli italiani in Venezuela è già partito da alcuni giorni, grazie a un accordo tra Italia e Venezuela, il programma per distribuire medicinali agli italiani e agli italo-venezuelani in Venezuela.
Certo è, spiega di Martino, che ormai la questione Venezuela “è internazionale. Ci sono due posizioni molto definite, quella di Maduro e quella di Guaidò, con i militari a favore di Maduro ma che per ora non forzano le cose. Attualmente siamo quindi in una situazione di stallo, di stallo e di silenzio. È un momento molto delicato”.
“Tutti noi italiani in Venezuela o italo-venezuelani siamo in un momento complicato e molto di quel che abbiamo fatto e conquistato sinora è come se non valesse più niente. Ci siamo tutti impoveriti. La verità è che per quanto riguarda la nostra collettività molti sono andati via. Il problema più serio è per i professionisti che non trovano più lavoro”.
Di fatto, “è in atto una nuova emigrazione di italiani dal Venezuela. I più vanno in Spagna, favoriti anche dalla lingua. Alcuni negli Stati Uniti, altri nei paesi dell’America Latina. Ma voglio dire, alcuni provano anche a tornare in Italia, però non è facile. I comuni italiani non sono disposti ad accettare questi connazionali. È vero alcuni sono italo-venezuelani, cioè non hanno tecnicamente la cittadinanza italiana, ma sono italiani o figli di italiani per sangue, e questo va considerato. Bisogna favorirli”.
Ci sono anche quelli che restano, “per esempio i pensionati, sono circa cinquemila, seimila. Loro vanno avanti con quei 180 euro di pensione che bene o male consentono di sopravvivere. E poi ci siamo tutti noi che siamo restati, e proviamo a resistere, a farcela. Ma stiamo soffrendo, ci siamo impoveriti“.