Oggi l’attacco degli assassini e’ avvenuto all’alba: la gente si stava svegliando e a Mafa, localita’ nel nord-est della Nigeria a poche decine di chilometri da Maiduguri, cominciavano a risuonare ancora sommessi i rumori della quotidianita’. I miliziani islamici a bordo di pickup pesantemente armati hanno invaso in pochi minuti le strade della cittadina. Urla, spari, raffiche di kalashnikov e armi semiautomatiche, esplosioni di bombe a mano e di ordigni lanciati con lanciarazzi.
Secondo un testimone sentito da un giornale locale, il Daily Post di Maiduguri, in poco tempo Mafa e’ diventata un inferno. Almeno 80 i morti disseminati nelle strade, decine i feriti, il 70 per cento delle abitazioni e dei negozi rasi al suolo o dati alle fiamme. Il racconto del testimone corrisponde a quello delle forze di sicurezza e, come loro, attribuisce l’ennesimo massacro ai fondamentalisti islamici legati ad al Qaida, i sanguinari Boko Haram che da oltre quattro anni hanno dichiarato "la jihad" ("la guerra santa") contro il governo centrale della Nigeria, invocando la secessione del nord e l’instaurazione della legge islamica (Sharia). Secondo il bilancio ufficiale delle autorita’ le vittime sono pero’ di meno: 29 o 36, anche se e’ possibile che l’esercito governativo non conteggi tra i morti i suoi soldati. In ogni caso, secondo varie fonti, anche i militari hanno subito perdite nel conflitto a fuoco con i terroristi, e tra questi ultimi numerosi sono stati uccisi o feriti.
Le vittime di oggi percio’ non sono solo civili inermi, uomini disarmati, donne e bambini. Un risultato da poco, secondo alcuni osservatori. Un successo comunque, secondo altri, per l’azione di contrasto portata avanti da alcuni mesi dall’esercito inviato dal presidente Goodluck Jonathan che qui, nei tre stati del nord-est roccaforte dei Boko Haram (Borno, Yobe e Adamawa), ha anche proclamato lo stato d’emergenza. Molti civili, secondo fonti sul posto, si sono salvati perche’ terrorizzati dai massacri del fine settimana a Maiduguri e a Mainok (rispettivamente capoluogo e limitrofa cittadina dello Stato di Borno) con edifici distrutti, un centinaio di morti e decine di feriti tra cui alcuni mutilati con insensata crudelta’. Percio’ a Mafa a decine hanno deciso di lasciare case, scuole e bazar e di fuggire anche oltre il confine piu’ vicino, quello con il Camerun. Dove pero’ i Boko Haram oggi hanno compiuto un’inedita incursione, evidentemente decisi a non dare tregua a una popolazione, in gran parte musulmana, sulla quale ritengono di avere diritto di vita e di morte. Le autorita’ di Yaounde’, capitale del Camerun, hanno reso noto di aver fronteggiato il raid dei fondamentalisti Boko Haram nel nord, uccidendone sei e catturandone due.
Anche un soldato camerunense pero’ e’ morto. A questo punto la "guerra santa" integralista rischia di essere esportata oltre la frontiera e i timori di una crisi umanitaria sempre piu’ fuori controllo crescono. In meno di un anno, secondo l’Onu, 290.000 persone – tra sfollati interni e profughi all’estero – non hanno piu’ nulla e si affidano, per sopravvivere, agli (scarsi) aiuti internazionali.
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