Il New Jersey da sempre è stato l’italiano d’America. La grande presenza di italo-americani è il motore principale, ma adesso si guarda ancora più in là, a un incremento dei rapporti commerciali tra Garden State e l’Italia. Lo ha sottolineato Maurizio Forte, presidente dell’Italian Trade Agency, l’Istituto per il Commercio Estero, l’ICE, di New York. Forte deve ancora compiere un anno alla guida della sede newyorkina, prima era a Mosca (e in precedenza a Shanghai) ma il suo avvento, non c’è dubbio, ha portato una ventata nuova sul commercio italiano negli Stati Uniti.
Iniziative, contatti, bandiere tricolori che campeggiano accanto ai nostri prodotti che fanno sempre più bella mostra tra supermarket e boutique, un impulso che si può vedere.
L’altra settimana Forte è stato protagonista di un incontro importante, avvenuto a Netwark, New Jersey, l’opportunità per avvicinare ulteriormente, in ambito commerciale, lo stato italo-americano con l’Italia. "Questa – ha esordito Forte – è un’area di atterraggio perfetta per le aziende italiane che vogliono fare affari con gli Stati Uniti. È un posto fantastico. Hanno bisogno di trovarsi in una zona dove ci sono grandi aree di consumo, che siano New York, Washington, Boston o Philadelphia, così qui è davvero perfetto".
Che cosa cercano le aziende italiane? Lo ha spiegato chiaramente Forte. "Una posizione conveniente per le connessioni internazionali – ha sottolineato – con costi ragionevoli, ottimi professionisti e un supporto logistico per tutte le cose che debbono fare". C’è un posto simile? "Al mondo non esiste – parole ancora di Forte – ma ovviamente ci sono posti che sono meglio degli altri e io penso che il New Jersey sia uno di questi posti per le compagnie italiane. Una delle aree migliori per noi negli Stati Uniti".
Garden State, il New Jersey, ha già un forte legame con l’Italia, che va al di là dei milioni di italo-americani che ci abitano: infatti qui si importano prodotti italiani per 6,6 miliardi di dollari l’anno. Questa cifra non è solo la più alta che si possa trovare guardando i 50 stati degli USA, ma rappresenta anche il 17% del totale dell’export italiano. Ma non si tratta del top, secondo gli esperti c’è ancora grande spazio per crescere. Così ecco la colazione a Newark che ha portato Maurizio Forte a parlare al convegno organizzato dal Newark Club, da McElroy, Deutch, Mulvaney & Carpenter firma nel campo legale e Choose New Jersey. Un appuntamento il cui punto principale era quello di sottolineare la strada migliore al fine di far crescere i rapporti commerciali tra New Jersey e Italia.
"Vogliamo cercare il modo di far aumentare la presenza italiana nello stato – ha detto Margie Piliere, capo dello sviluppo economico di Choose New Jersey – è per noi naturale avere un profondo rapporto di collaborazione con l’Italia perchè noi possiamo offrire una zona comoda e una cultura simile". Forte ha menzionato la grande presenza tricolore nel settore farmaceutico, scienza della vita, agricoltura, aerospaziale, moda, agricoltura, arredamento e naturalmente la gastronomia come motivi per crescere ulteriormente. Avendo lavorato in precedenza a Shanghai e Mosca, Forte ha aggiunto come sia perfettamente consapevole di come debbano crescere le aree che si trovano vicino a grandi città internazionali, come in questo caso è New York. "So che qui ci sono diverse aziende italiane – ha detto ancora Forte, in quella che è stata una delle prime sue visite nel New Jersey da quando ha assunto l’incarico l’anno scorso – e quello che voglio fare è di migliorare le relazioni specialmente in termini di investimento. Quando parliamo con le aziende italiane sugli Stati Uniti, cerchiamo di dare loro una fotografia completa dell’intero Paese. Tutti conoscono la East Coast, la Florida, la California e la West Coast, ma c’è una grande assenza in mezzo al Paese dove le aziende italiane non stanno operando, non funzionano".
Ma il New Jersey può diventare il trampolino di lancio perfetto per una espansione nel Midwest. "Le nostre società – questo il piano di Forte – devono cominciare da quelle aree dove c’è una solida presenza della comunità italiana e del business italiano, non solo perchè possono trovare le condizioni migliori per operare, ma possono incontrare anche legali, consulenti di mercato, aziende di pubblicità e comunicazione che meglio di altri possono capire che cosa si fa in Italia".
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