Il Milan non vince due partite di fila da ottobre, dal 3 a 1 rifilato all’Hellas. E domani sempre a Verona, ma contro il Chievo, Filippo Inzaghi provera’ a ripetere l’impresa, che darebbe continuita’ ai progressi intravisti una settimana fa contro il Cesena. Cambiera’ poco o nulla della formazione, e cosi’ va verso la terza panchina di fila Alessio Cerci, anche se l’allenatore ha voluto ridimensionare quello che e’ stato descritto come un duro scontro con l’attaccante, mandato in campo solo nei minuti finali domenica scorsa. "A fine partita gli animi sono surriscaldati ma si parla sempre nel rispetto delle parti. Se fosse successo quello che e’ stato scritto, Cerci sarebbe fuori rosa – ha puntualizzato Inzaghi -. Mi dispiace che siano uscite cose non vere. A fine partita Cerci mi ha chiesto spiegazioni e le ha accettate. Sa che al Milan l’ho voluto io. Per cui non si pone il problema".
L’ex punta del Torino dovra’ pero’ sgomitare per rubare il posto a uno fra Jeremy Menez e Mattia Destro. "Cerci e Menez possono coesistere, ma quando la squadra stara’ bene – ha chiarito Inzaghi -. Ora non ha la condizione fisica per sostenere una coppia simile. E’ una scelta difficile, Cerci l’ho voluto io, ma entrambi sono in una botte di ferro". In questo Milan pieno di attaccanti ma solo nono nella classifica dei gol segnati, deve ancora ambientarsi l’ultimo arrivato, Destro. "Non vedo nessun problema. Gli dico di giocare liberamente e di farsi trovare in area sui cross: da lui ci si aspetta tanto, non e’ semplice segnare un gol a partita", ha tagliato corto Inzaghi, che minimizza anche il senso della mancata presenza a Milanello di Silvio Berlusconi, che ha annullato la consueta visita del venerdi’ per "motivi personali", come una settimana fa.
Fra l’elezione del presidente della Repubblica, il maltempo e altri impegni, il presidente rossonero ha incontrato la sua squadra solo in uno degli ultimi cinque venerdi’, ma l’allenatore non sembra preoccupato e assicura che il loro rapporto prosegue al ritmo di "due telefonate al giorno". "So che ci tiene e mi auguro che la squadra a Verona gli regali un successo, siamo pronti a fare una grande partita", ha detto l’ex attaccante che vedendo le altre italiane proseguire in Europa non nasconde la nostalgia per "i palcoscenici che ci hanno dato grandi soddisfazioni. Non si puo’ dire – ha aggiunto – quando saremo competitivi per lo scudetto. Pero’ con una societa’ simile alle spalle, prima o poi torneremo protagonisti". Intanto basterebbe trovare continuita’ contro il Chievo, di cui Inzaghi teme il contropiede e in particolare la fame di gol di un suo pupillo, Alberto Paloschi. "Sono il suo primo tifoso e un ragazzo con la sua passione merita i traguardi migliori ma spero – ha sorriso – che non segni contro di noi".
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