Silvio Berlusconi, a poche ore dalla sentenza di condanna nel processo Mediaset, interviene a Studio Aperto, tg di ItaliaUno, per dire la sua. Secondo il Cavaliere esistono “molte prove” della sua innocenza, due delle quali “assolutamente inoppugnabili”. “L’accusa mi vorrebbe socio occulto di due imprenditori americani, uno dei quali io non ho mai conosciuto. E questa accusa non ha nessun riscontro nella realtà”, sottolinea l’uomo di Arcore, che precisa: “Ci sono, anzi, molte prove del contrario, due assolutamente inoppugnabili, che escludono questa eventualità. Se io fossi stato socio di questi imprenditori, sarebbe bastata una telefonata ai responsabili dell’ufficio acquisti di Mediaset per far acquistare i diritti televisivi che questi due imprenditori volevano vendere, senza pagare nessuna tangente”.
“Ma soprattutto – continua Berlusconi -, se fossi stato socio di questi imprenditori, sarei subito venuto a conoscenza del pagamento di una tangente, oltrettutto cosi’ elevata, versata ai responsabili del servizio acquisti, e non avrei potuto far altro che provvedere al loro immediato licenziamento, visto che per quell’ufficio passavano acquisti di diritti tv per oltre 750 milioni l’anno, non solo i 35 milioni di questi due imprenditori. Nessun imprenditore si sarebbe potuto comportare diversamente, consentendo di continuare a rubare ai danni della sua azienda e di se stesso”.
Il leader del PdL spiega: “Ero certo di essere assolto da un’accusa talmente fuori dalla realtà", si tratta di "una condanna che posso tranquillamente definire politica, incredibile, e anche intollerabile. Non si puo’ andare avanti cosi’. E’ la prova provata di un vero e proprio accanimento giudiziario e dell’uso della giustizia a fini di lotta politica".
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