Nelle mie lettere ho quasi sempre criticato i tanti omuncoli che hanno invaso senza alcun merito il mondo della politica concependola solo come un mezzo per occupare le poltrone, far soldi e per alimentare il clientelismo e non come un mezzo per servire i cittadini. Mai ho dedicato una semplice parola ad un politico vero che non mi è gradito per le sue idee, ma che ammiro dal profondo del cuore per la sua onestà di intenti e che si erge come una montagna su tantissimi omuncoli: si tratta di Marco Pannella.
Di lui si potrebbero scrivere fiumi di parole, poichè tante sono le sue battaglie e le sue stravaganze, spesso fin troppo plateali, ma mai e poi mai è uscito dai binari della correttezza e della coerenza. Forse di lui si può dire di tutto e di più, ma ritengo che nessuno possa definirlo scorretto ed incoerente, aggettivi che oggi nei palazzi istituzionali si possono smerciare a vagonate.
Ora Pannella, dopo tante lotte, che sicuramente continuerà finchè avrà vita, deve combattere con altri due grossi ostacoli di salute forse insormontabili, anche in considerazione delle sue 84 primavere, ma di certo li affronterà con la solita spavalderia e con tutte le sue energie, dando ancora una volta un grande esempio di vita.
L’unica nota triste e deplorevole della nostra politica è che non c’è stato alcun Presidente della Repubblica che abbia avuto il senso civico ed il dovere di riconoscere i grossi meriti di questo personaggio e nominarlo senatore a vita. Purtoppo, Pannella, oltre a tanti meriti, ha sempre avuto – e li ha ancora – grossi demeriti: è stato sempre onesto, leale, corretto, non si è mai prestato a giochetti da retrobottega indispensabili per occupare certi scranni. Auguri Pannella.
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