Dopo 18 mesi di sanguinosa crisi politico-militare, il Mali ha un nuovo presidente. E’ il 68enne Ibrahim Boubacar Keita, un ex primo ministro che gia’ la notte scorsa ha ricevuto la visita e le congratulazioni del suo avversario Soumaila Cisse’. Con questo insolito gesto lo sconfitto, un economista ex ministro delle Finanze, ha voluto mettere da parte ogni polemica, dando la propria disponibilita’ ad un lavoro collettivo per la ripresa del Paese e per la riconciliazione tra le sue varie anime, primi fra tutti arabi, neri e tuareg.
La situazione in Mali era degenerata dopo il colpo di stato che il 22 marzo 2012 aveva deposto l’allora presidente Amadou Toumani Toure’. Due mesi prima i tuareg del nord si erano ribellati ma erano stati rapidamente soppiantati da gruppi criminali e integralisti islamici legati ad al Qaida che avevano messo a ferro e fuoco la regione, massacrando i civili, provocando l’esodo di oltre 500.000 persone e distruggendo antiche costruzioni a Timbuctu’, citta’ dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanita’. Poi, l’intervento franco-africano (tuttora in corso) che alla fine ha portato alle elezioni presidenziali e al ballottaggio di domenica. Proprio la Francia e’ stata la prima a congratularsi con il nuovo presidente.
A disposizione di Keita – che si insediera’ in settembre e probabilmente cerchera’ di dar vita a un governo di unita’ nazionale – dovrebbero essere messi in tempi rapidi i 3,2 miliardi di euro promessi dalla comunita’ internazionale per risollevare il Paese devastato. Nel contempo l’organizzazione Human Rights Watch ha oggi esortato le nuove autorita’ maliane a non tollerare piu’ gli abusi delle forze di sicurezza e la corruzione. E a ”rafforzare le istituzioni che garantiscono lo Stato di diritto”.
Discussione su questo articolo