L’olio extravergine di oliva, uno dei più rappresentativi prodotti del Made in Italy, diventa il primo prodotto-modello sottoposto a "tracciabilità analitica", dopo i recenti scandali che hanno evidenziato ancora una volta i limiti dei metodi di analisi ufficiali per il controllo.
Il progetto si chiama "In Oleo Veritas" e nasce dalla Camera di Commercio di Bari e dalla sua azienda speciale Samer, in collaborazione con il Politecnico di Bari e la sua spin-off Innovative Solutions, e avrà lo scopo di potenziare i sistemi di identificazione dei lotti di produzione che consentano di ripristinare la regolarità delle relazioni commerciali, rispondendo agli eventi scandalistici recenti, che pesano sull’intero comparto oleario in termini di immagine di crollo di fiducia dei consumatori.
"In Olio Veritas" si configura proprio come un sistema di tracciabilità che consente di marcare un lotto di produzione di olio extravergine di olio di oliva al fine di garantirne il riconoscimento affidabile e inequivocabile in fase di commercializzazione, creando una sorta di codice a barre naturale contenuto nell’olio analizzato: attraverso il numero di lotto o il QR code indicato sulla confezione, l’acquirente potrà risalire a tutte le informazioni di natura merceologica e analitica dell’olio che intende acquistare.
Quella della mancanza e della falsificazione dei certificati Made in Italy è un tema che costa all’economia circa 60-70 milioni, e l’obiettivo è anche quello di "difendere la domanda di salubrità dei consumatori che devono poter fare acquisti sempre più consapevoli".
Secondo Alessandro Ambrosi, vicepresidente nazionale di Confcommercio con delega per il Mezzogiorno e presidente della Camera di Commercio di Bari "abbiamo semplicemente fatto rete, introducendo un sistema di tracciabilità analitica che sia un insindacabile strumento di tutela. Solo qui in Puglia abbiamo 5 oli Dop, il 12% della produzione mondiale e abbiamo avuto sequestri per 10 milioni nel 2015".
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