Beppe Grillo fa venire in mente la fiaba della volpe e dell’uva. Il comico genovese in poco tempo, soprattutto grazie al suo modo di fare tra l’indecenza ed il limite del passabile, è riuscito a galvanizzare una gran parte dell’elettorato parlando di tutto, dai termovalorizzatori ai consumi energetici, dagli assegni di cittadinanza all’immigrazione, dai processi on line per giornalisti ed imprenditori ai rimborsi ai partiti, senza però fornire soluzioni.
In televisione da Vespa si esibì nell’ennesima carnevalata vagando nel buio sui grossi problemi italiani ed anche le più semplici ed ovvie domande di Vespa non lo scalfirono, le ignorò completamente o non le capì, in quanto era immerso nella nebbia più profonda.
Dopo i risultati delle elezioni europee, che dovevano servirgli per farsi nominare capo del governo da Napolitano, al di sotto delle aspettative, parlando in senato con alcuni suoi fidi, confessò di essere ormai stanco e di essere intenzionato, in autunno, a lasciare tutto nelle mani a Casaleggio. Ormai siamo quasi in inverno e non sembra che il comico voglia togliersi gli abiti da politicante per rimettersi quelli del comico, visto quanto ha anche dichiarato circa i suoi guadagni: urlava ai quattro venti "il mio 730 è uguale a zero da quattro anni, sono l’unico che fa politica e ci ha rimesso dei soldi". Ebbene dal 730, comprensivo dei redditi inerenti la gestione del m5s, che ha dovuto presentare su specifico invito del presidente del Senato, emerge una realtà completamente diversa: si parla di un bel po’ di euro. Che figura!
Uno che vuole farsi passare per moralizzatore avrebbe dovuto evitare una figura del genere ed invece il vile denaro la fa sempre da padrone. ll colmo del ridicolo è che si sente ancora in grado di voler mettere alla porta delle persone perchè non hanno versato parte della diaria senza minimamente pensare che tutto il partito, forse, è sul punto di defenestrarlo con un bel vaffa.
Discussione su questo articolo