Al Senato è iniziata la grande battaglia per la legge elettorale. Il cosiddetto Italicum è stato incardinato oggi pomeriggio nei lavori della Commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama, con la relazione della presidente Anna Finocchiaro e le prime audizione tecniche, tra cui quella eccellente del ministro dell’Interno Angelino Alfano, dal quale sono comunque uscite fuori importanti indicazioni ‘politiche’ sulla vicenda.
La Finocchiaro, in apertura dei lavori, ha essenzialmente indicato linee che ricalcano quella che è l’idea del governo sulla riforma, basata su tre punti fondamentali: "innalzare la soglia oltre la quale si ha diritto al premio di maggioranza, limitare alle sole liste e non alle coalizioni, l’assegnazione del premio, ridurre sensibilmente le soglie per l’accesso al riparto di seggi". Il tutto essenzialmente per andare incontro alle richieste della sentenza della Corte Costituzionale che all’inizio di quest’anno ha bocciato, almeno in alcune delle sue parti (premio di maggioranza senza soglia e liste bloccate in particolare) il cosiddetto Porcellum.
La speranza della Finocchiaro (e del governo stesso) è quella di arrivare all’ok di Palazzo Madama prima delle vacanze natalizie, ma Paolo Romani, capogruppo di Forza Italia, ha tenuto a riportare tutti con i pidi per terra: "Dalle parole della Finocchiaro è come se il lavoro fosse già finito. Ma il problema è che non si deve comprimere la discussione, ed è importante che non ci si precluda la possibilità di discutere anche della legge elettorale del Senato". Replica della Finocchiaro: "Non mi pare che si stia correndo".
Ma l’attesa era soprattutto per le valutazioni di Alfano, riassumibili così: sì al premio di maggioranza con una soglia minima adeguata, preferenze meglio delle liste bloccate, comunque costituzionali se ridotte; no a soglie di sbarramento troppo alte "che rischierebbero di distorcere eccessivamente il principio di rappresentatività".
Secondo il leader di Ncd (oggi ovviamente in veste di capo del Viminale) sulla questione premio di maggioranza "il lavoro fatto finora sembra essere in linea", mentre per quanto riguarda la compilazione delle liste "sulle preferenze, i giudici non hanno indicato un meccanismo preciso, e anzi spiegavano che una lista bloccata ridotta avrebbe favorito la conoscenza dei candidati. Ritengo però che un sistema di preferenze sia più consono al ripristino della scelta dei candidati, e d’altronde tutti gli altri livelli elettorali, dai Comuni alle Province alle Regioni, prevedono questo meccanismo". Bene poi la previsione di abbattimento delle soglie di sbarramento, perché "all’8% per la singola lista senza coalizione distorcerebbe eccessivamente il principio di rappresentatività stabilito dalla Corte, perché si potrebbe verificare il caso di limite di tre liste di poco al di sotto della soglia, con nessun eletto nonostante quasi il 24% dei consensi".
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