"In tempi di antipolitica non è il momento di restringere la rappresentanza, perché la politica è inclusione e partecipazione". Così la presidente della Camera Laura Boldrini in una intervista a Repubblica nella quale commenta così l’ultimatum di Renzi, riforme o voto: "Non so se, proprio ora, sia utile porre in modo così netto questo aut aut. Agitare come uno spauracchio le elezioni non serve, perché non si può sempre andare a votare. Prima ci vuole una nuova legge elettorale che garantisca la governabilità. La nuova legge deve coniugare due esigenze, entrambe importantissime, la rappresentanza e, appunto, la governabilità. È fondamentale che i cittadini non si disamorino di fronte ad una limitata offerta politica. Il rischio è che in pochi vadano a votare, come succede negli Usa e in Gran Bretagna, e che gruppi significativi siano esclusi dal Parlamento".
Sul nodo delle preferenze dice: "I cittadini devono poter scegliere il candidato. Lo devono conoscere. Come tradurlo in norme lo lascio al lavoro dei gruppi. Le soluzioni possono essere tante, ma ci deve essere un collegamento tra chi vota e chi viene eletto. Non va però neanche dimenticato che in passato le preferenze multiple hanno creato più di un problema e i referendum le hanno bocciate. Oggi serve un sistema elettorale che garantisca trasparenza. E se si tornasse alle preferenze servirebbero in ogni caso controlli severi sull’utilizzo delle risorse". Boldrini chiede anche che il premio di maggioranza non sia troppo alto "perché non corrisponde al voto e anzi lo altera. La Consulta ha parlato di uguaglianza dei voti. Bisogna stabilire un rapporto ragionevole tra voti conseguiti e premio di maggioranza, che non sbilanci e non sconvolga il risultato elettorale. La stella polare resta la sentenza".
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