"In attesa di una norma nazionale inesistente e finalizzata a vietare in tutto il Paese i doppi vitalizi da attivita’ elettiva, il Lazio puo’ varare una norma che faccia piazza pulita di questa ulteriore condizione di privilegio. Io stesso, ad agosto, ho chiesto di poter rinunciare al vitalizio regionale, ma mi e’ stato risposto che ci vuole una norma". Cosi’ in una nota il vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio Francesco Storace, capogruppo de La Destra.
"Nei giorni scorsi l’ho depositata – aggiunge – prevedendo la rinuncia al vitalizio per chi ne ha due, sia regionale che nazionale o europeo. Il primo comma della proposta apre una ‘finestra’ nella legislazione regionale e fissa al 30 novembre la scadenza dell’opzione per la rinuncia al vitalizio regionale. In quel caso, come prevede il secondo comma, qualora l’interessato abbia una eta’ inferiore ai 65 anni e’ riconosciuta la restituzione dei contributi versati, senza rivalutazione monetaria ne’ corresponsione di interessi. Elevato il risparmio della Regione, come si legge nella relazione alla legge. Solo a titolo esemplificativo, per far comprendere quanto questa norma vada nel senso della riduzione dei costi della politica, basti pensare che il contributo versato dal consigliere ammontava a 1.542 euro mensili, per cui chi ha versato 15 anni di contribuzione avrebbe diritto alla restituzione di 277.000 euro. Cinque anni di erogazione del vitalizio piu’ alto (circa 8.700 euro lorde al mese) ammontano a 522.000 euro. Per cui da questi calcoli la Regione compenserebbe la restituzione dei contributi dopo appena due anni e mezzo. In tal modo – conclude Storace – si avrebbe un risparmio annuale pari a 100 mila euro. Considerando un’aspettativa di vita di venti anni, oltre i sessanta di eta’, il risparmio ammonterebbe a 2 milioni di euro. Se solo dieci consiglieri rinunciassero al vitalizio, il risparmio per le casse regionali sarebbe di 20 milioni di euro".
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