Beppe Grillo mi è cordialmente antipatico – da sempre – per quel suo modo arrogante pieno di strafottenza e di facili insulti al prossimo che testimonia una sostanziale quanto abissale ignoranza dei problemi. Certo che è facile risolverli a parole e a colpi di slogan, un po’ più difficile farlo nella realtà. Ma Grillo è il termometro di una malattia, non è certo la malattia, da buon comico e capopopolo nato e cresciuto per i limiti evidenti di un mondo politico deludente, tanto che Grillo in fondo non fa che lucrare sul sentimento di esasperazione percepito da milioni di persone, elettori disillusi e giustamente critici. Italiani furiosi per essere stati presi in giro sulle condizioni economiche del Paese da una classe dirigente che finchè la barca andava era ancora sopportabile e che invece ora si dimostra – con le dovute eccezioni, ma sono poche – solo avida e spregiudicata, cinica e imbelle.
Ci sono solo due modi per affrontare Grillo: innanzitutto metterlo davanti alle sue responsabilità in modo che sia finalmente obbligato non solo a urlare facili insulti ma a proporre e applicare soluzioni credibili e possibili, ma – soprattutto – bisogna opporre ai suoi slogan i fatti, le idee, l’onestà, con serietà e rigore.
Questo serve a tutti i livelli, ma è chi comanda che deve dare l’esempio e non parlo solo del parlamento o dei vertici dello stato, ma di tutti quegli amministratori locali che possono chiedere rigore solo quando offrono esempi di sobrietà e buongoverno. E’ difficile cercare di esserlo, così come è dura per me – come sindaco – chiedere sacrifici alla gente e lo è ancora di più perchè spesso è difficile spiegare come le cose siano più sfaccettate e complesse rispetto a come se ne parla nei bar o come – appunto – le affronta in modo demagogico il Grillo di turno. Soprattutto – se ciascuno deve assumersi le proprie responsabilità – chi è stato eletto dai cittadini deve essere messo nelle condizioni di poter agire e non “obbligato a non fare” come invece sta avvenendo in queste settimane.
*già deputato PdL, sindaco di Verbania
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