"C’e’ una crisi democratica che va affrontata per rendere più forte la Cgil. Noi non abbiamo nessuna idea di spaccare o dividere la Cgil: la nostra è una battaglia politica trasparente all’interno del sindacato per fare più forte la Cgil". Maurizio Landini, segretario della Fiom, ha riassunto così la dialettica con la Cgil all’inizio dell’ultimo giorno del congresso del sindacato dei metalmeccanici.
"Noi – ha detto Landini, che prima degli interventi si e’ brevemente intrattenuto a parlare con la Camusso – siamo parte della Cgil. Le mie proposte vogliono rinnovarla perche’ la vediamo in crisi, perche’ ci sono tanti non iscritti, perche’ rischiamo di non essere un riferimento per i precari. Inoltre c’e’ un aumento di una tendenza autoritaria e poco democratica, si prendono decisioni senza coinvolgere i lavoratori. Ad oggi, dopo il voto sulla rappresentanza, le condizioni per una conclusione unitaria del congresso della Cgil non ci sono".
Guardando all’attuale esecutivo, per Landini alcuni dei primi passi del governo vanno nella direzione giusta, ma ci sono ancora soluzioni vecchie, e di molti problemi come della politica industriale, degli investimenti, della lotta all’evasione fiscale e alla corruzione non se ne sta parlando. Il segretario della Fiom ha chiesto al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, di "stare dalla parte dei lavoratori" per "colpire gli interessi e le lobbies".
"Diciamo al presidente del consiglio che se vuole veramente cambiare questo paese e colpire gli interessi e lobbies che lo hanno bloccato deve vedere nel lavoro e nei lavoratori un punto di riferimento strategico per cambiare". "Da soli non si cambia nulla, non ci sono i fenomeni che con la bacchetta magica risolvono i problemi". "Bisogna decidere da che parte si sta, se con quelli che lavorano e pagano le tasse o se si vuole favorire quelli che hanno fatto i propri interessi anche a discapito degli interessi del Paese”.
Discussione su questo articolo