"La Juve ha rischiato e investito e puo’ raccogliere i frutti a medio termine". Dietro lo scudetto numero 31 c’e’ soprattutto questo. Il 15 luglio Beppe Marotta non avrebbe immaginato di ritrovarsi oggi campione d’Italia con 4 turni d’anticipo, in semifinale di Champions e in finale di Coppa Italia "ma che potessimo lottare per qualcosa di importante si’ – confessa ai microfoni di ‘Radio Anch’io Sport’ su RadioUno – C’era grande orgoglio a livello di societa’ e forti motivazioni in noi e negli stessi giocatori e con sano realismo sapevo che avremmo lottato fino alla fine sicuramente".
A proposito di scudetti: per Marotta quelli “vinti sul campo sono 33”. Quanto alla possibilita’ di chiudere la diatriba sui 33 scudetti ufficiali, accettando la sentenza che ne riconosce ai bianconeri solo 31, Marotta e’ categorico: "e’ una ferita non rimarginata e c’e’ un contenzioso aperto". Marotta ha ribadito che "gli scudetti vinti sul campo sono 33. La situazione che stiamo vivendo e’ iniqua – ha aggiunto il direttore generale del club bianconero -. Non dimentichiamo che la relazione di Palazzi (procuratore federale, ndr) e’ stata molto iniqua e pesante. Noi stiamo ancora aspettando che ci siano delle sentenze precise”.
Un ritorno di Del Piero alla Juventus come dirigente? Per adesso non e’ un’ipotesi. Marotta ha sottolineato che "la societa’ oggi e’ ben organizzata" e che l’ex capitano, che "ha rappresentato un punto di riferimento, ho apprezzato il Del Piero calciatore", oggi sta ancora "prendendo parte a varie manifestazioni calcistiche".
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