Gaetano Quagliariello, ministro delle Riforme, intervenendo al convegno “Europei in movimento” organizzato al Senato, ha parlato della necessità si “rivedere il voto all’estero”. Quagliariello – uno dei “saggi” che aveva consigliato l’abolizione della Circoscrizione Estero – è convinto che il voto degli emigrati e la Circoscrizione Estero sia “una esperienza di un ventennio che ha evidenziato luci e ombre”; oggi “abbiamo bisogno di un intervento di manutenzione volto a dare ancora più efficacia a questo strumento. Sarebbe un grave errore non legare questo settore a quello più ampio delle riforme costituzionali, dalla riforma del bicameralismo alla legge elettorale".
Secondo il membro dell’esecutivo “abbiamo l’esigenza di mettere in sicurezza l’esercizio del voto per corrispondenza, conciliando l’esigenza di consentire il voto a tutti ed evitare brogli elettorali. Un possibile punto di partenza può essere rappresentato dalle misure presentate sul finire della scorsa legislatura e che avevano trovato ampia condivisione, che prevedevano che l’opzione del voto per corrispondenza debba essere esercitata preventivamente, e l’obbligo di introdurre nel plico la fotocopia di un documento di identità”.
Su ItaliaChiamaItalia più volte abbiamo pubblicato interventi, opinioni, analisi e commenti su ciò che riguarda il voto all’estero. Una cosa è certa: il voto degli italiani nel mondo va riformato, perchè bisogna mettere un punto finale a tutte quelle irregolarità, a quei brogli e imbrogli, a cui abbiamo assistito dal 2006, ovvero fin dalla prima volta in cui è stato possibile per gli italiani residenti oltre confine votare per corrispondenza e persino candidarsi al Parlamento italiano.
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