Il nonno di Mrs. Nan Tucker McEvoy che si chiamava Michael De Young, nel 1865 fondò il ‘San Francisco Chronicle’, lei poi per anni ha guidato il gruppo fino a quando lasciò l’incarico, una faida familiare raccontano le cronache… Ma Mrs. McEvoy che ha cominciato facendo la cronista nel giornale del nonno nel tempo si è trasformata in una delle donne più potenti di San Francisco. Poi una volta lasciata l’azienda, ha cominciato un’altra attività che all’inizio non era nemmeno tale. Un ranch a Petaluma in California che si è trasformato in una azienda.
La signora McEvoy, oggi 93 anni, nel tempo la sua popolarità l’ha trasferita dalle pagine dei giornali alla terra soleggiata. Un ranch e i suoi prodotti naturali che però hanno un filo diretto con uno dei posti che più ama Mrs. McEvoy, la Toscana. Ecco che allora un giorno, diversi anni fa, l’ex donna più potente di San Francisco dall’Italia, dalle colline toscane, si prende mille alberelli d’ulivo, da trapiantare nella sua terra. Una operazione alla quale nessuno credeva. Anzi meglio dire quasi nessuno perchè la vulcanica Mrs. McEvoy dall’Italia non solo si è presa gli ulivi, ma anche l’appoggio e l’aiuto di Maurizio Castelli, italiano ovviamente, grande esperto di olio e vino.
Così portare un po’ di Toscana nell’alta California è stato facile e oggi il Ranch McEvoy è conosciuto perchè da lì escono prodotti quasi unici, anzi con un sapore che ha più della Toscana che non della California. Una scommessa vinta, come tante nella vita di Mrs. McEvoy che ora orgogliosamente nel suo ranch può dire di produrre all’italiana: e dall’Italia nel 1997 si è fatta anche portare quello che viene definito ‘la Maserati dei frantoi’, un Rapanelli che sotto il sole americano ha cominciato a lavorare come si fa sulle colline toscane. Ecco allora che sotto l’etichetta ‘McEvoy’ c’è un prodotto speciale, quell’oro giallo saporito, emigrato dalla terra d’origine per trovarne un’altra che sembra davvero molto simile. Olio Nuovo e Limited Edition escono dal ranch di Petaluma che in questo modo è diventato un po’ toscano e anche guardando quelle colline chissà ci si potrebbe anche sbagliare…
Che la California abbia qualche cosa in comune con la Toscana non lo si avverte soltanto nel ranch dell’ex Ceo del San Francisco Chronicle. Da Petaluma a Potter Valley ci sono poco più di 150 chilometri, ma non sembra, perchè l’aroma è lo stesso, quello della Toscana. Si passa dal ranch di Mrs. McEvoy a quello di Curtis e Theresa Reichert, marito e moglie, anche loro producono olio di oliva extravergine, sotto il nome di ‘Oliveto del Vecchio’. "Raccogliamo le olive quando sono ancora verdi per ottenere la qualità di olio che desideriamo – racconta Mr. Reichert – in questo modo hanno un sapore più forte, dopo poi si scelgono le altre olive per farne un prodotto più morbido". Ma il segreto non è tutto qui, una produzione artigianale d’accordo come per il ranch di Petaluma e come succede un po’ più a sud anche qui le olive italiane sono state determinanti. "La nostra specialità – continua – è che facciamo olive italiane, non sono troppi coloro che producono le varietà toscane, che hanno un sapore distinto, che piace molto".
Tutto è cominciato dieci anni fa quando i Reichert hanno venduto il bestiame che avevano, e hanno cambiato la loro produzione, dal vino all’olio, piantando alberelli di ulivo toscani. "Io non volevo l’uva – racconta Theresa che aveva i nonni italiani e Vecchia è il suo nome da nubile – io amo le olive e l’olio di oliva". E così è stato. "Una buona scelta – ha aggiunto Curtis – perchè questi alberi sono in grado di reggere il freddo, sono stati anche coperti di neve". Quest’anno però le condizioni climatiche non hanno aiutato il raccolto: troppo vento e poca acqua, così che la produzione sarà limitata. "Probabilmente ne avremo poco – ha aggiunto Theresa – così che mi dovrò preoccupare soprattutto di garantire l’olio alla mia clientela abituale, piuttosto che cercare nuovi acquirenti". E se i consumatori abituali dell’Oliveto del Vecchio sono persone del posto, la voce si è sparsa al punto che anche a Los Angeles e persino in Ohio c’è chi si rifornisce di olio dal piccolo produttore di Potter Valley. "Ci sono poi anche quelli che ogni settimana – sottolinea Curtis – acquistano una bottiglia da 28 dollari". Che quest’anno probabilmente diventerà anche più cara.
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