Un grave scempio si sta consumando proprio in questi giorni a danno degli italiani all’estero in Inghilterra. L’improvviso blocco dei corsi di lingua e cultura italiana nella Circoscrizione consolare di Londra (eccetto l’area di Manchester) ha coinvolto migliaia di studenti, che si sono visti chiudere in faccia le porte delle aule, proprio tre giorni prima degli esami di GCSE (equivalente dell’esame di terza media) e tre settimane prima degli esami di A Level (equivalente degli esami di stato delle superiori), per l’accesso alle università inglesi. Tutto ciò senza nessun preavviso, senza nessuna spiegazione consistente da parte dell’ente gestore. Una comunicazione fugace di sabato 19 maggio, con una stessa email mandata agli insegnanti ed ai genitori insieme, nonostante le famiglie avessero già pagato le rate annuali anticipatamente”. A denunciarlo è la lista ItalUK del Comites di Londra.
“Non c’è stata nessuna spiegazione o comunicato da parte delle autorità consolari, preposte al controllo. La scuola – prosegue la nota – non è un secchio da riempire solo con dati contabili. Ancor di più un totale disinteresse, senza nessun comunicato ufficiale, da parte degli eletti all’estero, quelli votati in GB o nella circoscrizione Europa, nonostante fossero stati informati – eletti per rappresentarci si intende.
Un atteggiamento negletto, inconsistente, che mette in luce la mancanza di un pur minimo rispetto verso oltre duemila famiglie, dei loro figli e dei tantissimi insegnanti, circa cinquanta, lasciati allo sbando.
Una totale non curanza sul campo, diciamolo, verso la promozione della lingua e cultura italiana all’estero. La scarsa considerazione ed intervento, la mancanza di pragmatismo verso fatti di questo tipo riflette il basso livello culturale di questi – purtroppo è la percezione di tanti. Una triste vicenda, che colpisce le nostre future generazioni. Qualcuno adesso vada a spiegare anche a questi ragazzi perchè? Perchè, loro figli d’italiani all’estero, sono stati trattati in questa maniera? Forse perchè figli di un Dio minore? Sarebbe mai potuto succedere una cosa del genere prima degli esami di maturità in Italia?
Ma vediamo più esattamente di che cosa si tratta e qual’è la posta in gioco per la promozione della lingua e cultura in Gran Bretagna.
L’Ente gestore COASIT di Londra svolge, la sua attività di promozione della lingua e cultura italiana dal 1971 ed dal 1994, per decreto legislative, in collaborazione con l’Ufficio scolastico, presso il Consolato Generale d’Italia, tramite un sistema misto. Sistema su cui, al momento, si poggia gran parte della struttura di promozione della lingua e cultura italiana in Inghilterra, sponsorizzata dal Governo italiano (eccetto l’Area di Manchester e la Scozia dove operano altri enti). Riforme anche più recenti ci sono state, ma tutte atte a rafforzare questo legame. Rimangono delle specificità, infatti il Coasit opera prevalentemente nei corsi extrascolastici, mentre la Direzione Didattica, con insegnanti mandate dall’Italia nei corsi inseriti in alcune scuole inglesi. Comunque al momento, sia per i corsi extrascolastici che per quelli inseriti, vi sono insegnanti degli enti e del Maeci dall’una e dall’altra parte.
Tutti i corsi, destinati ad alunni in età scolare a partire dalla classe Y1 si avvalgono di esperti e qualificati docenti italiani, in parte direttamente selezionati dal MAECI, reclutati per concorso tra gli insegnanti italiani di ruolo (docenti ministeriali) e in parte reclutati in Gran Bretagna dagli Enti Gestori (docenti locali).
I corsi inseriti sono quelli che vengono fatti negli orari scolastici, nelle scuole inglesi, come già detto, e gli extra scolastici fuori orario, dove l’ente provvede al pagamento degli insegnanti, delle aule, assicurazioni ecc.
Nella tipologia dei corsi extrascolastici, vi sono studenti provenienti da diverse scuole sparse su di un territorio, a volte anche molto vasto, dove il 99% degli studenti è d’origine italiana ed è qui che il Coasit opera maggiormente.
Al livello numerico, soltanto durante quest’anno scolastico, ci sono circa 200 corsi, per un’utenza che supera i duemila studenti. Un numero di grandissimo rilievo, che moltiplicato per l’ultimo decennio, porta ad una stima in ‘turnover’ e per difetto, di oltre 10mila student, che hanno frequentato corsi di lingua italiana.
Le qualificazioni nei corsi extrascolastici sono simili a quelle di tutti gli altri corsi di lingue moderne nelle scuole inglesi, ugualmente i programmi didattici da seguire secondo il ‘Syllabus’, in vigore nelle scuole inglesi. Cioè GCSE ed ‘A’ Level condotti da Board nazionali inglesi, indipendenti da qualsiasi singola scuola. Questo dà pari dignità ed importanza, ai corsi extrascolastici, rispetto a tutti gli altri ed all’insegnamento di altre lingue moderne, con gli ‘A’ Level poi, pieno accesso alle università inglesi.
Spesso un aiuto vitale per molti studenti discendenti italiani per il loro curriculum. Diverse università inglesi hanno una sezione d’italiano, con lettori provenienti dall’Italia e dal Governo italiano pagati. Quindi non solo importante per l’accesso alle stesse università (si accede con 3 ‘A’ Level), ma perchè gli studenti spesso aggiungono, come esame complementare quello di lingua italiana. Praticamente un percorso ed un’offerta formativa, nell’insegnamento della lingua italiana, che comincia con la scuola primaria ed ha il suo ultimo sbocco nell’Università.
Un’ultima cosa, in GB i Board che sono abilitati agli esami funzionano con sistema economico. Nel 2015 molte lingue furono eliminate a livello di qualificazione perchè non vi erano i giusti numeri per coprire i costi. Una di queste che fu sottoposta ad esame fu proprio l’italiano, fortunatamente vi rientrò. Al momento, tra i molti, sono solo due i board che operano per il GCSE in italiano (AqA ed Edexcel); uno solo per l’A’Level (Edexcel). Una sola interruzione e crollo degli iscritti agli esami d’italiano, come ad esempio tutti i corsi portati avanti dal Coasit e dalla Direzione scolastica, potrebbe comportare per questa lingua, nel peggiore degli scenari, l’eliminazione da alcune qualificazioni. Come è successo per la lingua polacca (poi giustamente rinserita), nonostante il gran numero di cittadini d’origine polacca che vivono in GB. Questo significherebbe un crollo a catena, di tutto il processo di promozione della lingua e cultura italiana in Gran Bretagna, con scenari nefasti anche per le sezioni d’italiano nelle università. Relegando l’insegnamento di questa lingua a mero club di giochi, altro che Dante, cinema , storia, letteratura e senza nessuno sbocco.
Al momento, questi corsi restano fortemente ancorati nella collettività italiana e rappresentano uno strumento strategico ed essenziale per la promozione della lingua e cultura italiana in questo paese.
L’insegnamento della lingua italiana all’estero rimane una priorità per le nostre comunità emigrate. In particolar modo vista l’ultima grande ondata immigratoria di giovani italiani verso la Gran Bretagna. Attraverso la lingua, i loro figli, hanno la possibilità di conservare la loro identità e il legame con il loro retroterra culturale. Inoltre, parlando l’italiano, non solo si si arricchisce il loro curriculum dando un serio aiuto al difficile accesso verso università prestigiose, ma si promuove quella stessa cultura nel mondo di cui la lingua di Dante rimane una viva espressione.
Adesso – conclude la nota – si chiede che si diano delle serie spiegazioni, anche perchè il danno verso moltissimi studenti ed il loro curriculum, in parte, è già stato fatto”.