Vincenzo Arcobelli, membro del Consiglio generale degli italiani all’estero per gli Stati Uniti, in occasione dell’Assemblea plenaria del Cgie in programma a Roma dal 16 al 20 giugno, durante il suo intervento ha dichiarato: “Cittadinanza, voto estero, incentivi al rientro: sono tutte tematiche da affrontare con celerità.
Secondo il mio parere, gli incentivi al rientro rappresentano la priorità più urgente per la rilevanza economica e sociale per la Nazione.
Infatti, potrebbero contrastare ad esempio la fuga di talenti (secondo l’ISTAT circa 120.000 sono stati gli espatri nel 2023) e il declino demografico, rafforzando il capitale umano in settori strategici, come la tecnologia, sanità, e ricerca.
Le misure esistenti (imponibilità al 50% per lavoratori impatriati e al 10% per docenti/ricercatori, D.Lgs. 147/2015 e 209/2023) sono operative e possono essere ottimizzate attraverso semplificazioni burocratiche e campagne informative”.
Per quanto riguarda la riforma sulla cittadinanza, quella fortemente voluta dal ministro degli Esteri Antonio Tajani e che limita drasticamente la trasmissione della cittadinanza ius sangunis, Arcobelli spiega: “Credo che fosse necessaria metterla in atto; è molto positivo aver stabilito la riapertura dei termini per il riacquisto, un atto dovuto e giusto, nei confronti di tutti coloro che hanno perso un diritto a causa della naturalizzazione nei vari paesi ospitanti.
Per quanto riguarda gli altri aspetti quali lo ius sanguinis, ius soli, o ius cultura e per i figli di immigrati nati o cresciuti in Italia, oltre alle procedure per gli italiani all’estero che richiedono il riconoscimento della cittadinanza, bisognerà attendere il 24 giugno il parere della corte costituzionale.
In sede parlamentare le leggi si possono migliorare e perfezionare. Certamente, questa riforma avrebbe effetti a lungo termine sull’integrazione e sulla demografia”.
“Anche per il voto all’estero è arrivato il lungo ed atteso momento per una riforma seria e concreta. È cruciale per garantire la partecipazione democratica, ma il sistema attuale (voto per corrispondenza) presenta criticità, come frodi elettorali, inefficienze logistiche e bassa partecipazione, con circa il 30% degli aventi diritto.
Il voto elettronico potrebbe essere una delle soluzioni, ma l’amministrazione è pronta per affrontare questo potenziale metodo per assicurare la sicurezza e la segretezza del voto, facendo anche dei test, prima della prossima tornata elettorale?” si chiede il consigliere eletto negli USA.
Secondo Arcobelli per rafforzare il legame con l’Italia dei giovani nati all’estero è necessario “offrire corsi di lingua italiana accessibili tramite Istituti di Cultura, piattaforme digitali e borse di studio per programmi estivi in Italia.
Organizzare eventi culturali e sportivi (es. cinema, musica, tornei di calcio) con coinvolgimento di associazioni e piattaforme online. Promuovere gemellaggi tra scuole italiane e istituzioni estere per scambi virtuali o in presenza. Tirocini presso imprese italiane, nel settore pubblico e privato”.
Il CGIE potrebbe rafforzare il suo ruolo in Italia e all’estero: “Bisognerebbe rilanciare e rafforzare il ruolo dei Comites e del Cgie attraverso una riforma che li modernizzi e li renda più efficaci, sia in Italia che all’estero. Purtroppo, si è evidenziato, soprattutto nelle ultime consiliature, un male che incombe su questi organismi, che si traduce in una cinica partitocrazia che li sta portando alla polverizzazione.
Di fatto, senza giochi di parole, oggi il CGIE è prevalentemente di parte, non autonomo ed indipendente, stampella del solito partito monocolore, formato da PD e affiliati, e che corrisponde ad una sorta di filiale del ‘Nazareno’.
Purtroppo, l’atteggiamento della maggioranza, e soprattutto del comitato di presidenza, anche di questo CGIE, con un modus operandi platonico, logorroico, di parte e non pragmatico, danneggia quel significato nobile di organo equilibrato, pluralista, indipendente, apartitico ed istituzionale per l’esclusivo interesse delle collettività italiane all’estero”.