Roma – È un partito pronto all’impegno, sia in Europa che in Italia, il Pd delineato dalle parole di Laura Garavini, deputata Pd eletta all’estero. A pochi giorni dalla vittoria di Hollande, Garavini pensa a un futuro positivo “per un centrosinistra progressista in Europa”.
Il Pd esulta per gli esiti elettorali francesi. È realistico pensare alla stessa rinascita per il centrosinistra italiano?
In Francia abbiamo assistito a un grande risultato, espressione di nuova tendenza che sta prendendo piede in Europa. Per noi è molto positiva non solo l’affermazione di Hollande, ma anche il risultato in Germania del Nord. Tutto questo può essere un segnale di cambiamento di tendenza nel centrosinistra.
La Francia e la Germania non sono l’Italia. Qui gli elettori dicono che non siete all’altezza…
Non solo i partiti saranno all’altezza, ma lo stesso Pd ha sostenuto e accompagnato fin dai primi passi questo exploit elettorale. Fin dall’inizio Bersani si era fatto promotore di incontri con quello che, oggi, è il neopresidente francese. Sono stati diversi e numerosi i momenti di sodalizio promossi da Bersani e, alla luce di tutto questo, il Pd non è solamente all’altezza ma è parte integrante e motore per un centrosinistra progressista in Europa.
L’Italia è stata un motore per il voto estero?
Certamente, è molto positivo che i francesi abbiano trovato interessante e abbiano copiato la nostra esperienza con il voto all’estero. Paradossalmente, nello stesso momento in cui veniamo copiati si assiste al pericolo di un ritorno al passato. Tutto questo è assurdo.
A proposito di pericoli, quanto preoccupa il ritorno di certi estremismi in Francia o in Grecia?
In realtà l’estremismo mi preoccupa molto, osservo con preoccupazione anche quanto sta accadendo con Le Pen. Mi auguro che in Italia non nasca questo fenomeno, il movimento del grillismo non è, per fortuna, equiparabile agli estremismi innescati in altri paesi europei. È una situazione molto grave.
Lei è originaria del Nord Italia e, quindi, conosce bene i territori roccaforte della Lega. Come spiega il successo elettorale di Verona, nonostante i recenti scandali?
È un successo legato al sindaco, il quale godeva già di un consenso forte e poi, alla luce delle ultime vicissitudini, è riuscito a profilarsi come il sostenitore di Maroni e ad uscire quasi come il salvatore del partito. Paradossalmente Tosi ha approfittato della situazione di crisi della stessa Lega, proponendosi come colui che farà pulizia all’interno del partito.
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