Vincenzo Arcobelli, coordinatore del CTIM in Nord America, commenta la decisione unilaterale della Farnesina di chiudere diversi consolati italiani nel mondo: “Il disinteresse verso le comunità italiane nel mondo nasce da parte dei Governi che si sono succeduti dal 2006 in poi, ovvero da quando non fu riconfermato il Ministero per gli Italiani nel Mondo. Tale mancanza, unita al disinteresse dei partiti in generale e della politica italiana, certifica una totale assenza di impegno nei riguardi degli Italiani all’estero e costituisce una conferma della poca sensibilità verso un tema significativo. C’è invece molta preoccupazione da parte degli addetti ai lavori che risiedono all’estero. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una carenza della politica estera, che invece, a mio parere, deve essere una priorità assoluta nei rapporti dell’Italia con il mondo”.
Arcobelli ricorda che dell’intenzione di chiudere le sedi consolari all’estero “se ne parla da tempo ed ogni governo applica le decisioni prese dai propri Ministri in base alle varie esigenze e ai tagli che di recente si sono dimostrati lineari e non efficienti per la stragrande maggioranza dei casi. Ad onor del vero fu un amico delle comunità italiane nel mondo ed un servitore dello Stato, l’Ambasciatore Giulio Terzi, Ministro degli Esteri del Governo Monti, che si seppe imporre congelando le decisioni prese dai suoi predecessori per la chiusura di un largo numero di sedi consolari. Da esperto in materia l’Ambasciatore e Ministro Terzi inoltrò le varie documentazioni e proposte alle commissioni esteri di Camera e Senato, per uno studio attento e approfondito sulla razionalizzazione di tutta la rete diplomatica consolare. Lo scopo era di addivenire ad una decisione finale con un senso logico in termini strategici, di relazioni commerciali, di servizi culturali e con le comunità. Così rimase intatta la rete consolare a Detroit, Filadelfia e Newark per il continente nordamericano”.
Ma poi il governo Monti terminò… “Nuovo Governo, nuovo Ministro: si decide di fare uscire dal cassetto le precedenti decisioni con la chiusura di alcuni consolati, bypassando e non coinvolgendo le commissioni parlamentari, che già avevano iniziato lo studio, e gli organi di rappresentanza degli Italiani all’estero, dimostrando così scarso rispetto dei vari ruoli istituzionali”.
Per il coordinatore CTIM “si vogliono smantellare i vari Consolati per cedere alle pressioni corporative di sindacati confederali, che preferiscono assicurarsi posti strapagati di ruolo all’estero e limitare quelli a contratto, ‘recuperando’ finanziamenti con la chiusura di molti uffici consolari, invece di trovare le risorse necessarie attuando altre strategie più logiche e sensate. Sono d’accordo con la linea intrapresa dal Presidente Canepa del CTIM, aggiungo che bisognerà stare vicino come Comitato Tricolore e sostenere le varie iniziative intraprese dai vari COMITES e le altre Associazioni dell’Emigrazione contro la chiusura del Consolato di Newark per gli Stati Uniti così come per le altre sedi nel mondo. Credo che ‘l’Altra Italia’, che lavora e si afferma nel mondo, abbia dimostrato di essere all’altezza della situazione, facendo cose straordinarie, mentre il deludente e mediocre mondo politico non comprende le concrete potenzialità dell’Italia di ‘Oltre Confine’. Noi del CTIM continueremo a fare la nostra parte”.
Sul tema che riguarda l’Imu per gli italiani nel mondo, Arcobelli sostiene: “è pura discriminazione! Ancora una volta i nostri politicanti non sanno vedere o andare oltre. Non dico che non dobbiamo pagare le tasse, ma vogliamo essere trattati esattamente come i cittadini che risiedono in Italia con gli stessi diritti e doveri. Si dovrebbe fare un ricorso. I Parlamentari eletti all’estero, che appartengono ai partiti della maggioranza che sostengono il Governo delle larghe intese, invece di fare singolarmente proclami e comunicati stampa, non hanno saputo concretizzare e non si sono fatti rispettare. A mio modesto parere dovevano e potevano fare di più minacciando di sfiduciare l’attuale esecutivo, perché prima di ogni cosa ne vale la dignità dei tanti milioni di connazionali sparsi nel mondo, che si sentono emarginati e discriminati dopo questo ulteriore ‘schiaffo’. Si tratta di una questione di puro principio: non ci sentiamo cittadini di serie B”.
Arcobelli è l’ideatore della Conferenza degli Scienziati italiani nel Mondo che si svolge a Houston ogni fine dell’anno. “Ho ideato e contribuito con l’aiuto di validissimi collaboratori a dare seguito alla straordinaria idea messa in atto dall’On. Mirko Tremaglia, che da Ministro per gli Italiani nel Mondo dal 2001 al 2006 organizzava il premio delle eccellenze italiane a Roma, invitando i Ricercatori, i Missionari, gli Imprenditori, gli Insegnanti, i Ristoratori. Siamo arrivati alla nona edizione, il tutto organizzato da oltreoceano. Non è stato facile, con i mezzi limitati e le poche risorse a disposizione, ma con grande buona volontà abbiamo esaltato e valorizzato al massimo le varie eccellenze italiane che si distinguono quotidianamente nei diversi settori della medicina, dell’alta tecnologia, dell’ingegneria, della scienza in generale dell`aerospazio, della letteratura e cultura in generale del commercio e dell’enogastronomia. Sono nate collaborazioni tra gli addetti ai lavori grazie al network creato dalla manifestazione con Enti Accademici e Università, si sono firmati protocolli d’intesa, scambi di ricercatori, docenti, opportunità e stages per giovani dottorandi. Si è avviato (tra i primi casi al mondo) il Dottorato di Ricerca Bilaterale internazionale in biomedicina e neuroscienza tra l’Università di Palermo e la UTMB (University of Texas – Medical Branch), dove lo Studente al completamento del programma avrà il titolo di Dottore in Ricerca riconosciuto in sede Europea e Statunitense”.
“Nel nostro piccolo abbiamo rafforzato il legame con l’Italia. Bisogna continuare su questa strada, vi è un enorme potenziale da cui l’Italia potrebbe trarre vantaggio. Non ci saranno Conferenze o altro che potranno ripagare la straordinaria qualità, l’impegno, lo spirito di abnegazione, che le nostre eccellenze mettono nel quotidiano lavoro al servizio della collettività, per il progresso scientifico e per la salvaguardia della salute dell’uomo. Da cittadino Italiano nel mondo ne sarò sempre grato ed orgoglioso.
Boom di studenti italiani all’estero: nel 2013 iscrizioni aumentate del 5%. E’ di buon auspicio? ”Credo proprio di buon auspicio. Non ci sono più barriere e confini nel mondo accademico, scientifico e culturale. Il giovane studente che va a studiare all’estero arricchisce la persona e la sua professionalità, sarà molto più competitivo e servirà di più all’Italia una volta rientrato”.
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