"Il programma dell’Istituto Italiano di Cultura di Mosca per la prima parte del 2013 potrebbe essere presentato sotto il titolo “Tradizione e rinnovamento”; sono queste infatti le caratteristiche che meglio definiscono una programmazione nella quale la riproposizione di alcune delle manifestazioni maggiormente seguite negli ultimi anni si presenta con nuovi particolari o è affiancata da nuove iniziative". Così scrive il Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Mosca, Adriano Dell’Asta, nel presentare il programma dell’Istituto – consultabile al sito www.iicmosca.esteri.it – per il primo quadrimestre 2013.
"Vorrei sottolineare da questo punto di vista – continua il Direttore – alcuni eventi, come la versione moscovita del Festival cinematografico di Venezia (che quest’anno verrà accompagnata da una serie di altre manifestazioni legate alla Biennale di Venezia nel suo complesso, prima fra tutte in questo caso la mostra “Quattro stagioni”) o la seconda edizione del seminario per operatori museali che si terrà nella seconda metà di febbraio, o ancora la ripresa e l’ampliamento del ciclo di incontri “Italia-Russia. Andata e ritorno” (nel corso dei quali studiosi italiani presentano autori o momenti significativi della cultura russa e studiosi russi fanno lo stesso per la cultura italiana). C’è un nucleo solido che fa da sfondo a questa programmazione e che si ripresenta ogni volta, rinnovandosi ma riprendendo sempre alcuni punti fermi: l’unità delle nostre culture, l’identica sensibilità per l’arte, la tensione ad un comune servizio all’umanità".
"Il seminario per operatori museali – chiarisce dell’Asta – risponde appunto a questa esigenza di servizio e di condivisione: riunire esperti dei musei italiani con esperti di quelli russi per uno scambio di esperienze è un modo per parlare di servizio, di globalizzazione e di unità in maniera non formale. E’ anche un modo per dare un contenuto a quell’unità di cui spesso parliamo e per farla diventare operativa".
"In effetti, – osserva – quando parliamo di un’arte e di una bellezza che possono salvare il mondo, se davvero traiamo dalla storia della cultura tutte le lezioni che essa ci offre, non abbiamo difficoltà a vedere in questa attesa una speranza autentica e concreta. Non è un sogno da anime belle: quando Pasternak, pur vivendo esperienze tragiche come quelle del XX secolo, arrivava a sostenere che “l’arte, anche quella tragica, è sempre il racconto della felicità di esistere”, ci offriva un giudizio che può aiutarci in momenti di crisi come quelli che stiamo vivendo, ma che certo non sono più difficili di quelli che dovette vivere lui. Questa percezione di ogni istante come un momento di possibile felicità è per noi oggi un segno importante e un motivo di speranza".
"La crisi non è mai semplicemente una disgrazia che si abbatte inevitabilmente sui destini di un paese e lo porta ineluttabilmente verso il male; è anche sempre un giudizio e un’occasione affidata alla libertà dell’uomo che può esserne sovrastato e distrutto, ma che può anche cogliervi l’occasione per una rinascita e per una ripresa altrimenti impensabili. Questa – conclude il direttore dell’Asta – è la storia della cultura e questa è una delle offerte che il nostro Istituto si sente costantemente chiamato a riproporre".
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