Dopo quello di Città del Messico, si scioglie anche il Comites di Santo Domingo. Il presidente, Ermanno Filosa, con una lettera inviata all’Ambasciata di Santo Domingo, comunica le proprie dimissioni, insieme a quelle del vicepresidente Antonio Bellomunno e del segretario Franco Gussio. Il Comites, così, decade.
Sono diverse, spiega Filosa in una lettera che ItaliaChiamaItalia ha visionato, le motivazioni che hanno spinto presidente e consiglieri alle dimissioni. Fra questa, “la più sofferta”, è “la già decisa chiusura dell’Ambasciata d’Italia a Santo Domingo. La comunità italiana – spiega il presidente dimissionario – è inferocita” a causa della decisione del governo, “ed il Comites che la rappresenta ha il dovere di interpretare questo profondo malessere avviando le dimissioni”, anche considerato che “le battaglie per impedire la chiusura dell’Ambasciata sono di fatto fallite”.
Filosa si dice “preoccupato” per il futuro della comunità italiana. E a Olindo D’Agostino, facente funzioni di ambasciatore a Santo Domingo, comunica il “totale apprezzamento” del Comites verso la sua persona, quella di D’Agostino appunto, che da Filosa viene anzi visto come “una vittima di questa situazione”.
Il presidente Ermanno Filosa, nella lettera invita a D’Agostino, spiega anche che negli ultimi tre anni “abbiamo rinunciato ai finanziamenti, come le è noto”. E sottolinea: “quello di Santo Domingo è l’ultimo in graduatoria per l’ottenimento dei finanziamenti”.
L’ambasciata italiana a Santo Domingo chiuderà i battenti entro dicembre di quest’anno. Questioni legate alla spending review, ha sempre affermato il governo italiano. Ma forse c’è anche dell’altro: pesano come un macigno sull’ambasciata d’Italia quelle accuse che parlano di “gravi irregolarità” all’interno della sede diplomatica. Ma se anche fosse così, si chiede Filosa, “perché punire anche la comunità italiana, che è vittima di questa gravissima situazione di irregolarità?”.
Alla lettera il presidente dimissionario allega un articolo, proprio di ItaliaChiamaItalia, che riprende una notizia data dal Fatto Quotidiano, nella quale si parla di un “traffico di visti” all’interno dell’ambasciata d’Italia nella RD.
Fonti di stampa, precisa Filosa, “asseriscono che vi sia stata in ambasciata una truffa di circa 30 milioni di euro”, nel corso degli anni; soldi ricavati dalla “vendita di visti”. Oltre a ciò, una “probabile influenza da parte del narco traffico per la tratta di prostitute e droga”. Davanti a notizie del genere, “cosa ha fatto la Farnesina? Ha denunciato il giornale per diffamazione o ha inviato tutto alla Procura di Roma per gli accertamenti che il caso merita? Sarebbe interessante che la situazione della Farnesina – commenta Filosa – fosse acclarata, nell’interesse del bene pubblico e nel rispetto della comunità italiana qui residente. Oppure – conclude l’ormai ex presidente del Comites – la Farnesina è forte con i possibili deboli e debole con i possibili forti?”.
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