Il MAIE, il Movimento Associativo Italiani all’Estero, nelle scorse ore si è schierato contro la nuova tassa che il governo guidato da Matteo Renzi ha deciso di imporre a quei discendenti di emigrati italiani che hanno intenzione di chiedere la cittadinanza italiana: 300 euro, dovranno sborsare, per i diritti consolari.
“Noi del MAIE denunciamo questa situazione – dichiarano gli onorevoli Merlo e Borghese in una nota – che fa sì che il riconoscimento della cittadinanza italiana diventi un privilegio, e riteniamo questa tassa assurda, iniqua e discriminatoria”.
Aldo Di Biagio, senatore eletto nella ripartizione estera Europa, non ci sta; intervenendo nel dibattito, spiega: “l’emendamento del senatore Tonini (Pd), approvato in Commissione Bilancio e Finanze del Senato, deve essere valutato senza lasciarsi andare a critiche esagerate e pretestuose”.
Il vice presidente vicario del gruppo “Per l’Italia” al Senato, non fa mai un riferimento esplicito al MAIE, ma è ovvio che Di Biagio punta il dito proprio contro il movimento fondato e presieduto da Ricardo Merlo: “L’introduzione del contributo di 300 euro per il trattamento della domanda di riconoscimento della cittadinanza italiana da parte di persona maggiorenne, se sarà funzionale a dare anche un miglior servizio agli Italiani all’estero, non può essere criticata aprioristicamente”.
Per Di Biagio l’emendamento in questione “ci porta anche a riflettere sull’importanza dell’acquisizione della cittadinanza italiana, che non deve essere considerata un qualcosa di dovuto, ma deve essere fortemente sentita da chi la richiede. Chi richiede la cittadinanza italiana infatti ha un forte legame e attaccamento al nostro Paese, deve dimostrare di conoscerne la lingua e le tradizioni culturali”.
Insomma, secondo il senatore, se così stanno le cose, “non trovo scandaloso chiedere, in questo momento particolare per l’Italia, anche un piccolo sacrificio economico, che mi auguro sia funzionale a dare una migliore assistenza agli Italiani all’estero”.
Discussione su questo articolo