“Trecento euro non sono troppi per presentare la richiesta di cittadinanza italiana”. Per una volta mi trovo d’accordo con il senatore eletto nelle liste di Scelta Civica in Europa passato poi nei Popolari Italiani. Aldo Di Biagio dimostra, se interpreto bene il suo pensiero, di avere le idee chiare sul tema della cittadinanza che sta lacerando la destra italiana.
Lo “ius sanguinis” è un retaggio del passato e va disincentivato. Gli italiani residenti all’estero in moltissimi casi si sono perfettamente integrati nei paesi adottivi. I loro figli spesso non parlano neanche la lingua di Dante e non mostrano alcun interesse per l’Italia. In Francia, ad esempio, ci sono oltre un milione e mezzo di francesi di origini italiane. Pensare di concedere loro la cittadinanza italiana in virtù del vincolo di sangue sarebbe pura follia.
Io sono favorevole allo “ius soli”: un immigrato regolare che viene in Italia, lavora onestamente, parla la nostra lingua e dimostra di volersi integrare, merita di ottenere la cittadinanza per sé e per i suoi figli.
In molti Paesi del mondo, specie in Sud America, ci sono milioni di persone di origini italiane: non parlano l’italiano, non conoscono la storia e la cultura italiana, ma affollano i consolati per chiedere la cittadinanza. Io sono contrario e porrei dei paletti rigidissimi: un esame di lingua e di cultura italiana ed un tributo superiore ai trecento euro in modo da disincentivare chi con l’Italia non c’azzecca niente.
Questa è l’impostazione che Aldo di Biagio intende dare alla propria battaglia? Se sì, che ben venga, a condizione che si stabilisca un altro principio: la cittadinanza italiana bisogna volerla e bisogna guadagnarsela.
L’Italia deve essere di chi la ama, di chi è disposto a fare sacrifici per impararne la lingua, assimilarne la cultura, apprezzarne il modo di vita.
Ci sono tuttavia altre sfide che ci attendono: la definizione dei criteri per la cittadinanza, il ruolo delle istituzioni che regolano la presenza e la partecipazione degli italiani oltreconfine, il ruolo dei patronati. Aldo Di Biagio saprà farsi interprete di valide proposte che servano a risolvere gli annosi problemi che ci trasciniamo da sempre? Lo aspettiamo al varco: oggi lo incoraggiamo, ma non lesineremo critiche se non riscontreremo incisività nelle azioni prossime venture.
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