All’attacco fuori casa, in difesa tra le mura amiche: l’Isis che ha rivendicato le stragi di Parigi, nelle ultime settimane ha subi’to l’iniziativa militare dei suoi rivali in Iraq e, solo in parte, in Siria. Ma dopo gli annunciati raid aerei francesi su Raqqa, la ‘capitale’ jihadista nel nord siriano, l’Isis si e’ oggi fatta beffa dell’aviazione transalpina, affermando che nessun combattente e’ rimasto colpito dai bombardamenti compiuti tutti "contro postazioni vuote". Tra le varie ‘notizie’ diffuse da Radio Bayan, l’emittente ufficiale dello Stato islamico, si e’ anche parlato dell’esito dei raid aerei compiuti da velivoli dei "crociati" e degli "apostati", in riferimento alla Coalizione guidata dagli Usa: "Hanno effettuato 30 attacchi nella provincia di Raqqa ma hanno colpito postazioni vuote. Nessun combattente e’ rimasto colpito e ferito", ha detto il conduttore radiofonico. E in un nuovo video citato dal sito del quotidiano libanese Daily Star, l’Isis minaccia anche attacchi "a Washington, cuore dell’America".
"Agli Stati che prendono parte alla campagna crociata diciamo che, a Dio piacendo, avranno un giorno come la Francia", afferma un uomo nel video. Intanto attivisti siriani in contatto con loro parenti e colleghi a Raqqa, controllata dal 2013 dall’Isis, affermano che i jihadisti si erano trasferiti da ieri fuori il centro abitato. A nord, verso Ayn Issa e la linea del fronte con le milizie curde. E a est, verso la prigione sotterranea nel deserto di Akayrshe. Altri attivisti, che nella citta’ siriana lavorano clandestinamente al riparo dagli sguardi dei jihadisti, riferiscono di 12 civili uccisi, tra cui donne, nei bombardamenti aerei su Raqqa. Ma non vi e’ modo di verificare in maniera indipendente e sul terreno questo bilancio.
L’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus) ha riferito di raid aerei della Coalizione anche nella limitrofa regione di Hasake, contesa di fatto tra milizie curde e Isis. I curdi da giorni avanzano verso al Hol, a sud-est di Hasake, e puntano sulla principale localita’ in mano ai jihadisti nella zona: Shaddade, che collega Raqqa a Dayr az Zor, l’altra roccaforte jihadista in Siria. L’offensiva curdo-siriana avviene nelle stesse ore in cui i curdo-iracheni nella regione di Sinjar affermano di aver ‘bonificato’ quasi del tutto l’area, teatro nel 2014 di massacri di yazidi compiuti dall’Isis, e posta lungo l’autostrada che collega Mosul (Iraq) a Raqqa. La manovra a tenaglia dei curdi siriani e iracheni e’ sostenuta da consiglieri militari Usa in Iraq e da raid della Coalizione.
Sempre in Iraq, negli ultimi giorni le forze di Baghdad e le milizie filo-governative avevano affermato di aver quasi del tutto circondato Ramadi, capoluogo della regione di Al Anbar, roccaforte dell’Isis nella zona araba al confine con la Siria. E nel nord della Siria, a est di Aleppo, l’offensiva russo-iraniana era riuscita nei giorni scorsi a rompere l’assedio che i jihadisti portavano alla base aerea militare di Kweiris. In Siria pero’ l’Isis non appare troppo sulla difensiva. Nelle ultime ore ha attaccato posizioni lealiste nella regione di Palmira e ha respinto assalti nella zona di Homs, nei pressi della cittadina Mhin, abitata ancora in larga parte da cristiani.
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