Antonio Ingroia lascia la magistratura e trasforma il suo movimento in ‘Azione civile per la Costituzione’. Il tutto accade, come piu’ volte negli ultimi anni, tra le polemiche. Non solo dei politici, ma anche del Csm e dei colleghi magistrati. Il 18 giugno, davanti al Procuratore di Aosta Marilinda Mineccia, Ingroia firmera’ la lettera di dimissioni e appendera’ la toga al chiodo dopo 25 anni. E mentre lascia, l’ex Pm rilancia le sue accuse dicendo che il Csm ha fatto una scelta ‘punitiva e politica’ nei suoi confronti incardinandolo ad Aosta e non alla Dna ‘dove c’era libero un posto’. ‘E’ stata una scelta obbligata’, ribatte il suo attuale capo di Aosta, perche’ dopo un momento di dubbio Ingroia ha fatto solo politica, tanto da aver spinto il Procuratore capo ad una nuova segnalazione presso il Csm.
Ingroia, invece, motiva la scelta di uscire dalla magistratura con l’atteggiamento attendista del Tar sul suo ricorso e con il ‘grave rischio di assalto alla diligenza della Costituzione’ da parte dell’attuale maggioranza che impone una scelta a breve. Di tutt’altra opinione il Csm, perche’ il vicepresidente Michele Vietti, prima dice che delle dimissioni se ne fara’ una ragione e poco dopo ricorda che la magistratura non chiude la porta a nessuno, ‘ne’ in entrata, ne’ in uscita’. ‘Non faccio repliche e non entro sul terreno della polemica’, aggiunge.
Il presidente dell’Anm, Rodolfo Sabelli, respinge l’accusa che gli ha mosso Ingroia di essere stato lasciato solo e di essere stato punito per le sue inchieste sulla trattativa Stato-mafia: ‘Se pero’ Ingroia conosce fatti a noi ignoti allora li renda noti’, replica. Sabelli spiega che e’ stata ‘solo applicata la normativa vigente’. Uguale giudizio critico da parte di Vittorio Borracetti (Md) che definisce ‘inaccettabili’ le accuse di Ingroia che ha a lungo militato nella stessa corrente di Magistratura Democratica. Ma non ci sono solo gli ‘strascichi’ togati a marcare l’addio alla magistratura dell’ex Pm siciliano.’Non e’ grave che Ingroia lasci la toga. E’ grave che l’abbia indossata’, dice Maurizio Gasparri. Jole Santelli parla di ‘abbandono sospetto’, mentre Laura Ravetto invita il leader di ‘Azione Civile’ a definire ‘Azione Penale’ il suo movimento.
Ingroia, pero’, si mette subito al lavoro e annuncia una serie di assemblee regionali e un incontro nazionale per il 22 giugno per mobilitare la nuova formazione politica attorno alla difesa della Costituzione che ha resistito a ’20 anni di berlusconismo, ma non resistera’ al governo Letta’. E come primo atto ‘da politico’ si rivolge ai parlamentari M5s invitandoli ad uscire dalla propria ‘autoreferenzialita” e ad impegnarsi per la difesa della Carta. Subito. Senza perdere altro tempo.
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