Sono ancora più indignati i “draghi ribelli” che hanno visto, sabato scorso, la loro protesta trasformarsi in una vera e propria guerra contro lo Stato, a causa di alcune migliaia di “black bloc”, sfuggiti ad ogni controllo ed inutilmente inseguiti attraverso una Roma messa a ferra e fuoco. Ha un bel dire Nichi Vendola su l’Unità che “questi black bloc hanno mandato un salvagente a una classe dirigente avvitata nel suo degrado” ed aggiungere di aver visto, a Roma, “un’esibizione muscolare di spranghe e violenza, che nella gestualità, nei rituali, persino nell’abbigliamento, rimanda ad un’idea fascista di violenza come igiene del mondo”. Dopo questi fatti, non si è più parlato dei motivi che hanno spinto decine di migliaia di persone in piazza: il debito che riguarda le banche e che pagano i singoli, la mancanza di lavoro e l’assenza di speranza per i giovani… Si è parlato solo dei danni provocati, che ammonterebbero a milioni di euro e raggruppano deprecabili distruzioni di case private, auto ed episodi di insensata iconoclastia.
I black bloc non solo si sono fatti scudo di coloro che volevano protestare fermamente ma pacificamente, ma ne hanno anche opacato le ragioni, per cui adesso, in tv e sulla stampa, nessuno sembra rammentarsi di quelle sacrosante motivazioni. “Se i pm avessero intercettato i black-bloc così come hanno fatto con me, Roma non sarebbe stata devastata”, va dicendo in queste ore il premier, con una ossessione paranoidea che sarebbe ridicola se non fosse tragicamente legata al primo ministro di un Paese con vari rischi, non solo economici, alle porte. Ieri Repubblica, ha messo in prima pagina una telefonato del Cavaliere con Lavitola, che risale al 2009, dove il premier vestiva in modo perfetto i panni del “Caimano” e annunciava “una rivoluzione vera”, con milioni di persone “per far fuori il Palazzo di Giustizia a Milano e assediare Repubblica”. Discorsi da “fascista-piduista” secondo Di Pietro, mentre per Rosy Bindi si conferma che Berlusconi “è incapace di rappresentare degnamente l’Italia”. Ma, mi chiedo, a parte lui, chi ha davvero compreso, nonostante tutto, le ragioni di quegli “indignati” che hanno inteso manifestare per ora civilmente il loro dissenso?
Il giorno dopo la grande manifestazione romana, trasformata in una giornata di guerriglia a causa di qualche centinaio di violenti, rabbia e sconforto colpiscono tutti coloro che nei motivi della protesta credevano e continuano a credere. Ancora per molti giorni leggeremo e sentiremo delle devastazioni operate a Roma da un manipolo di delinquenti che ogni volta hanno messo a ferro e fuoco le città dove si svolgevano manifestazioni importanti e pacifiche, di persone che esercitano il loro diritto di esprimere sdegno, preoccupazione, difficoltà. E, naturalmente, i motivi del disagio e della protesta resteranno oscurati ed inascoltati sullo sfondo. Viene a noi, come al presidente della Provincia di Firenze Andrea Balducci, il forte sospetto che ci sia chi ha interesse a mantenere questi delinquenti a piede libero e non sono certamente le tante persone che sabato manifestavano per reclamare un cambiamento.
La pagina Facebook dei “draghi” animatori della protesta in Via Nazionale, accoglie in queste ore molti interventi. C’è chi scrive: "400 sedicenti facinorosi hanno oscurato il sole che splendeva sul Colosseo con il fumo della loro idiozia. Loro hanno la violenza, ma noi abbiamo le idee e sono pure giuste". E protestano anche Arci, Tilt e Rete Universitaria, ma questo non cambia lo stato delle cose. Punti di vista, opinioni, resoconti, racconti in prima persona, possono indignare, ma resta il fatto che i violenti si sono potuti infiltrare ed hanno reso buon gioco a chi non intendeva dare spazio o udienza alla protesta.
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