Stop alla Bossi-Fini e alla "criminalizzazione dei migranti". Ridurre ai soli "casi estremi" il ricorso ai Centri di identificazione e di espulsione (Cie), migliorare l’accoglienza per i richiedenti asilo. A margine di un incontro stampa a Bruxelles, il commissario ai Diritti umani del Consiglio d’Europa Nils Muiznieks, spiega cosa puo’ essere fatto in Italia, in tema di immigrazione.
E’ trascorso oltre un anno dal viaggio a Roma di Muiznieks, in visita a quello che a Strasburgo viene ormai indicato come il "Palazzo della vergogna". Nella capitale italiana e’ meglio noto come hotel Salaam: un edificio di vetro e acciaio di otto piani, occupato dal 2006, ex facolta’ dell’universita’ di Tor Vergata. La sua fama e’ piu’ diffusa nel Corno d’Africa che nel Belpaese, perche’ e’ un indirizzo sicuro per i migranti in arrivo da quella parte del mondo, intenzionati a chiedere asilo. Qui, nonostante le ripetute denunce di varie organizzazioni e dello stesso Consiglio d’Europa, vivono ammassati in 1250.
"Non e’ cambiato molto dalla mia visita", afferma con amarezza il commissario, che tuttavia rivela di avere "dei piani" per cambiare le cose. Per il momento pero’ si limita a dire di essere impegnato in un "dialogo" con piu’ interlocutori: a livello governativo, regionale, con i sindaci. L’esponente del Consiglio d’Europa non manca di evidenziare come le "responsabilita’", anche in tema di immigrazione, siano frammentate. Per questo la strada del ministro Kyenge e’ "molto impegnativa". "Numerose responsabilita’ sono al livello regionale ed e’ assai difficile coordinare persone che non vogliono essere coordinate – osserva -. Il ministro e’ orientato verso i diritti umani, vuole fare un buon lavoro, ma le mancano gli strumenti. Questo e’ un problema serio".
Se quanto al regolamento di Dublino (la normativa Ue che stabilisce che il Paese di ingresso dei migranti e’ quello che dovra’ farsi carico della richiesta di asilo) Muiznieks concorda col premier Enrico Letta, e’ "ingiusto", da "riformare", perche’ il Mediterraneo e’ un "mare europeo" e le "responsabilita’" devono essere "condivise", in Italia vorrebbe vedere la cancellazione della Bossi-Fini, cosi’ come il ricorso ai Cie. E il suo monito, a Roma come al resto delle capitali dei 28 Paesi dell’Unione, e’ di "non restare ostaggio" delle "pressioni politiche dei partiti populisti di destra".
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