"Condivido quello che Berlusconi ha detto sull’uso politico della giustizia, perché l’attacco giudiziario ha reso il bipolarismo selvaggio. E’ un errore far cadere il governo sia per quello che riguarda Berlusconi, sia per il Pdl che per l’Italia". "Un errore – spiega Fabrizio Cicchitto intervistato da Repubblica – che io auspico venga superato. L’esecutivo, pur con certi limiti, ha fatto alcune cose positive. E poi c’è il quadro internazionale ed europeo e tutti le forze sociali e le categorie più legate al centrodestra che ci chiedono che ci sia un esecutivo reale e fondato su una maggioranza". Perseverare nell’errore, secondo Cicchitto, "Sarebbe un percorso totalmente negativo. Per Berlusconi e per il centrodestra". "Perché è un sogno di una notte di mezza estate pensare che si voti a novembre con questa legge elettorale. Questa legge, tra l’altro, a dicembre sarà messa in discussione in due o tre punti dalla Consulta. Si tratta insomma di una strada impraticabile. Rischiamo di passare da un governo Letta-Alfano, che garantiva – pur con dei limiti – entrambe le parti, a un esecutivo di scopo".
In un’intervista alla Stampa, il ministro per la Pa e la Semplificazione, Gianpiero D’Alia, spiega: “Letta ha detto che è il Parlamento a dover decidere se e quanto durerà questa legislatura. In ogni caso pesa solo su Berlusconi la responsabilità di aver portato il Paese nel baratro di una crisi al buio che rischia di cancellare i sacrifici fatti negli ultimi due anni dagli italiani". "Non è una bella partita quella che sta giocando Berlusconi, costretto a usare bizantinismi tipici del teatrino politico della prima Repubblica per difendere una sua esigenza esclusivamente personale. Ora è in difficoltà perché deve recuperare il grave errore politico commesso con le dimissioni dei suoi parlamentari che in un sol colpo hanno sfiduciato governo e parlamento, oltre al danno irreparabile causato all’Italia sulla scena internazionale. La scusa delle tasse è ridicola: nella cabina di regia si era concordato il percorso per arrivare alla riduzione della pressione fiscale". Un nuovo polo moderato salverà Letta? "Un’area che si rifaccia al Ppe – spiega D’Alia – è necessaria non tanto per salvare il governo quanto il Paese da un cortocircuito politico e istituzionale che dura ormai da troppi anni. Le scelte che il Parlamento sarà chiamato a fare saranno decisive per il futuro della nostra democrazia. O si cambia o si torna al passato. O restiamo zavorrati da un bipolarismo inconcludente che ha prodotto guasti enormi al nostro sistema economico e sociale o cambiamo e diventiamo finalmente una democrazia normale di stampo europeo".
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