“Che tempo che fa”. Brutto, è burrasca, tempesta, fin dall’alba dell’anno decimo del talk show condotto da Fabio Fazio. Sabato e domenica il debutto stagionale, il regista Ettore Scola in studio, e il premier Enrico Letta in collegamento da Palazzo Chigi, come da martellante annuncio nei giorni che hanno preceduto il ritorno della trasmissione. Siccome a volte ritornano, è tornata pure Milena Gabanelli, una giornalista che non fa sconti a nessuno, brava e professionale, documentata e rigorosa, con il suo “Report”. La trasmissione cult in questa stagione interamente dedicata a temi economici. “Quelli di cui nessuno parla perché troppo complessi e proprio per questo insidiosi perché intaccano le radici del sistema”.
Milena Gabanelli e Report hanno effettuato il trasloco dalla domenica al lunedì in prima serata, sempre su Rai3. “Come le diete, che cominciano tutte di lunedì”, l’ironia come il sale e il pepe il giorno della presentazione.
Brutto, pessimo tempo a “Che tempo che fa”. Burrasca subito, non annunciata. Fabio Fazio definito “zerbino del potere” da esponenti e simpatizzanti del Movimento 5 Stelle. “Un bugiardo, lui e il premier Letta”, gi insulti sono arrivati in misura copiosa dall’angolo di M5S. “Hanno contato balle, Fazio e Letta”. A provocare la reazioni dei vicini a Beppe Grillo, come vedremo, le presunte menzogne che il premier Letta avrebbe raccontato sulla questione porcellum/mattarellum. “E Fazio non ha mosso piega, si è limitato a dare il proprio assenso, ben conoscendo la verità”. Fazio, Luciana Litizzetto, il giornalista Massimo Gramellini, vice direttore de La Stampa, e gli ospiti della prima puntata stagionale di “Che tempo che fa”. Il momento soft, però molto colto e molto piacevole, per cominciare. Ettore Scola, il famoso regista reduce dal grande successo al Festival del cinema di Venezia con il documentario “Che strano chiamarsi Fellini”.
“Federico non era un bugiardo, ma un truccatore. Truccava la realtà”. Scola sul momento dell’Italia. “Ho 82 anni, l’influenza e la bronchite cronica, e non ho un governo. Le tre cose irrinunciabili? La matita, l’uovo e una palla”. Boh, Fazio ha evitato di addentrarsi nei particolari.
Filippa Lagerback, storica presenza della trasmissione, ha presentato gli ospiti. Oltre a Scola, il fondatore della Nuerobiologia vegetale, Stefano Mancuso, il pianista Stefano Bolloni, che ha parlato della trasmissione “Sostiene Bolloni”, e Raphael Gualazzi e la Raimbow’s Band, autore della nuova sigla della trasmissione. Il solito piacevole inesauribile fuoco d’artificio Luciana Litizzetto. Immediato l’impatto con Fabio Fazio. “Non è dimagrito? Sembra la sorella di Fassino”. Poi, Berlusconi, il governo, le dimissioni in massa dei ministri Pdl. “Silvio ha tolto la spina al Governo e l’ha messa a noi. Solidarietà per solidarietà, invece di far cadere il Governo dovevate andare tutti agli arresti domiciliari”. La comica corrosiva si è dedicata anche all’infelice uscita dall’industriale della pasta Barilla sui gay. “Non posso vivere senza i Pan di stelle, ma voglio dire questo. Banderas che parla come una gallina è un’idea di famiglia tradizionale? Famiglia tradizionale è dove ci si vuole bene. Barilla, tu che sei tradizionale, rispondi a questo: perché produci pipette e ditalini?”.
La vicenda Telecom e il recupero di Costa Concordia. “Due maroni pazzeschi”, e tutta una serie di doppi sensi giocati con il verbo raddrizzare.
Poi Enrico Letta in collegamento diretto da Palazzo Chigi. “Non so cosa succederà nei prossimi tre giorni. So che farò io. Non sarò un Re Travicello, non voglio governare a tutti i costi. O c’è la fiducia o non si può governare”. Presentata in Tv la scaletta dei prossimi impegni di Letta e del Governo, investiti dallo tsunami delle dimissioni piedielline. “Andremo a chiedere la fiducia in Parlamento mercoledì. Ognuno si assumerà le sue responsabilità. C’è la legge di stabilità e ci sono tante cose da fare. La riforma giustizia? Parlare di giustizia non è parlare di Berlusconi. Abbiamo fatto una riforma della giustizia civile che è un punto di svolta. Possiamo fare una legge di stabilità in piena autonomia”. E la legge elettorale? Letta perentorio: con il porcellum non si può e non si deve votare. “Perchè non darebbe mai la maggioranza al Senato. Il porcellum va cambiato, ma è materia del Parlamento. Noi abbiamo spinto, ora siamo al passaggio chiave in Senato”. Il premier si è poi affidato, a mo’ di similitudine un libro, “Il giorno delle marmotte” di Bill Murray. “È la storia di un uomo che rivive ogni giorno la stessa giornata. Noi viviamo il giorno della marmotta da venti anni. Non voglio giochi politici, devo dare risposte agli italiani”. La questione dell’Iva respinta al mittente, rovesciata in pratica prima su Monti poi su Berlusconi. “Decisioni che partono dal 2011, quell’aumento è già nei conti pubblici italiani, quei soldi sono stati già spesi. Doveva partire dal primo luglio, l’abbiamo rinviata: il decreto va fatto, ma se non c’è la maggioranza non è istituzionalmente possibile”. Al nuovo e conclusivo passaggio sulla legge elettorale Enrico Letta è arrivato sotto la spinta di Fazio. “l mio partito è sempre favorevole al mattarellum. Grillo no, lui è per il proporzionale o il porcellum. Il Pdl non vuole il mattarellum. I voti oggi ci sarebbero per cambiare la legge elettorale”. E su Grillo che non vorrebbe il mattarellum si è scatenata la tempesta online. Una pioggia di insulti, bersaglio del M5S Letta e Fazio, che gli avrebbe tenuto bordone. “Il mattarelum l’abbiamo proposto noi, era tutto pronto, mancavano solo un paio di cose. Loro non l’hanno voluto. Fazio lo sa, perché non ha rimbeccato il bugiardo Letta?”. Fazio, infine, ha proposto al premier la domanda che è sulla bocca degli italiani: perché sta al governo con il “delinquente” (occhio alle virgolette, occhio) di Berlusconi? “Abbiamo cercato per due mesi una maggioranza senza Berlusconi. Ma Grillo ha evitato qualsiasi possibilità di accordo. La sua linea è criticare e basta. Non vuole intese con nessuno, si congela in un ruolo di irrilevanza politica”. A Berlusconi l’augurio di anni di serenità “quella che manca adesso: sarebbe utile per tutti recuperarla”.
Istantanea prima dell’incidente. “Come siamo arrivati a questo punto?” si è chiesta Milena Gabanelli, avec Sigfrido Ranucci coautore nella prima puntata della nuova serie di “Report”, ieri sera su RaiTre. L’inchiesta è firmata da Bernardo Jovane. “Perché se un capo di partito schiocca le dita quasi tutti sono pronti ad obbedire?”. Già, perché, come mai? Forse la risposta sta nel fatto che più della competenza o l’amore per la cosa pubblica “in un parlamentare si cerca la fedeltà a chi lo fa eleggere. Una caratteristica favorita anche dal porcellum, un sistema elettorale che tutti criticano ma che nessuno cambia. Ma poi bisogna far funzionare il Paese”. “Al posto giusto” il titolo dell’inchiesta commissionata da Milena Gabanelli, che intende rispondere a una domanda: per rimettere in asse la Concordia abbiamo chiamato i migliori esperti mondiali, il nuovo Governo chi ha scelto per rimettere in piedi un Paese devastato da una crisi senza precedenti?”. Facile la risposta: non ha i mezzi, non ha scelto, è impotente. E intanto la nave Italia non va, rischia di affondare.
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