Silvio Berlusconi, dopo avere partecipato alle elezioni alla Camera per il nuovo capo dello Stato, è partito per il Friuli Venezia Giulia per intervenire a una manifestazione del Popolo della Libertà, in vista delle regionali. Berlusconi e’ giunto poco prima delle 19, con un’ora di ritardo sull’orario previsto, in piazza San Giacomo in una citta’ blindata, per tenere un comizio elettorale a sostegno del candidato di centrodestra alla presidenza del Fvg, Renzo Tondo, alle prossime elezioni regionali di domenica e lunedi’ prossimi. Ad attenderlo oltre ai vertici del partito regionale e gli altri candidati locali del centrodestra – secondo gli organizzatori – circa 3 mila persone in una piazza piena di bandiere del Popolo della Liberta’.
Il Cavaliere ha rivolto un appello agli elettori ad andare a votare evitando l’astensionismo, ma poi si e’ rivolto anche a quanti in Fvg hanno votato a febbraio altre forze politiche. “Ai 10mila friulani e giuliani che hanno votato per la lista di Oscar Giannino dico che dopo aver constatato che il loro voto e’ andato disperso, possono contare sul fatto che possiamo essere noi a rappresentarli in Parlamento, data la nostra comune impostazione liberale”. Poi si e’ rivolto agli 82.600 friulani e giuliani che hanno votato per Monti, per Fini e per Casini: “Con quei voti avremmo oggi la maggioranza alla Camera e al Senato e avremmo eletto uno dei nostri alla presidenza della Repubblica, inoltre avremmo dato all’Italia un governo liberale ed efficiente. Qui in Friuli, l’Udc ha gia’ scelto di stare con noi e dunque agli elettori di Casini, Fini e Monti – ha concluso – dico che dobbiamo stare insieme se non vogliamo favorire la sinistra. Domenica votate per il Pdl e per Renzo Tondo governatore del Friuli Venezia Giulia”.
A proposito di Casini: Berlusconi ha incontrato nel pomeriggio a Montecitorio il leader centrista. E’ stato lo stesso Casini a raccontare ai cronisti di essere entrato nello studio del Cavaliere nel corridoio della Corea mentre si teneva una riunione dei vertici del Pdl “per salutare Alfano e lì c’era anche Berlusconi..”. “Erano tre anni che non ci vedevamo e parlavamo così”, ha spiegato Perferdy, aggiungendo: “non c’e’ mai stata acrimonia con l’ex premier ma diversita’ di vedute politiche”. Un Silvio “gentilissimo e cordiale” al leader Udc avrebbe detto: “Pier, mettiamo una pietra sul passato. Guardiamo al futuro”.
A Udine Berlusconi sottolinea: "Siamo tornati ad essere primi in Italia. Siamo cresciuti di 4 punti e abbiamo 4 punti di vantaggio sugli avversari". Il Pd? Sta crollando. Si torni "immediatamente al voto da giugno". "Abbiamo fatto un’intesa con Pd e Sc per una candidatura condivisa ma dissensi interni rendono impossibile un’elezione unitaria. Dal 24 febbraio non abbiamo ancora uno straccio di governo data la nostra economia. Vi sembra possibile che il Paese viva in questa paralisi? Nessuno può far finta di non avere capito". "Noi ci siamo dichiarati da subito disponibili" all’indomani del voto di febbraio. "O la sinistra accetta di dialogare con noi e di fare un governo con noi oppure l’interesse del Paese e la gravita’ della situazione esigono che si torni immediatamente al voto, gia’ a giugno senza perdite di tempo". Il Cav, facendo riferimento ai parlamentari del Movimento 5 Stelle, ha parlato di “dilettanti allo sbaraglio”.
NO A CAPO STATO SCELTO IN SEGRETERIE PARTITI Bisogna dire “no a un presidente della Repubblica, come sta avvenendo in questi giorni, scelto nelle segreterie dei partiti” e arrivare all’elezione diretta del Capo dello Stato. Così Silvio Berlusconi, parlando delle riforme istituzionali, affronta il tema dell’elezione per il Quirinale.
SERVE GOVERNO LIBERALE, FORTE E DURATURO “All’Italia serve subito un governo liberale, forte e duraturo per far ripartire tutta l’economia”. L’ex premier ha snocciolato alcuni numeri definiti ‘impressionanti’: “il debito pubblico sfonda ogni giorno tutti i record e ogni giorno nel nostro Paese chiudono 50 imprese. Lo scorso anno hanno perso il lavoro un milione di lavoratori mentre la disoccupazione giovanile e’ salita al 37% con punte del 50% nel meridione. Sono dati e cifre da far accapponare la pelle”. Berlusconi ha addossato le responsabilita’ al governo Monti: “Purtroppo ha voluto inseguire la Merkel sulla strada dell’austerita’, ma ci ha messo anche del suo. E siamo finiti in una crisi senza fine”.
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