Che la riforma della giustizia non fosse "una passeggiata", il ministro Orlando lo sapeva dall’inizio e lo ha ribadito, non a caso, oggi, dopo l’incontro in mattinata coi Cinquestelle e ieri sera con Forza Italia. Qualche grana si fa strada. Lui, al termine del giro di riunioni, tira dritto, intenzionato a procedere col metodo che si e’ dato: linee guida, confronto con maggioranza, opposizione, magistratura e avvocatura, poi i testi di legge. Terminato questo iter sul civile e sui reati economici, "ci sono le condizioni per passare a un confronto sul penale e le misure di carattere ordinamentale", afferma.
Ma e’ proprio su quest’ultimo terreno che il percorso sara’ piu’ accidentato; con M5s convinto che la giustizia sia nel Patto del Nazareno Renzi-Berlusconi. E Forza Italia che attraverso il presidente della commissione Giustizia del Senato, Francesco Nitto Palma, manifesta "forte delusione" perche’ "su alcuni punti essenziali, dalle intercettazioni alle correnti del Csm l’iniziativa del governo appare assente". Uno stato delle cose che in certa misura appare paradossale. Perche’ i Cinquestelle che hanno visto Orlando – Andrea Colletti, Enrico Cappelletti, Alfonso Bonafede e Maurizio Buccarella – lo accusano di essere stato "evasivo" quando gli hanno chiesto di chiarire sul patto del Nazareno; e sostengono che "il blocco in atto sulla giustizia", segnato anche dallo stallo sulle nomine di Csm e Consulta, "e’ un forte indizio che la giustizia e’ nel patto".
E Nitto Palma, che oggi insieme al senatore e compagno di partito Giacomo Caliendo ha convocato una conferenza stampa ad hoc, in cui ha dato si’ un ok di massima all’accelerazione del processo civile, negando "il muro contro muro" e censurando "alcuni errori tecnici" sulle schede del governo, ma ha anche bocciato il penale. E non solo sulle intercettazioni, su cui "non abbiamo visto una parola, nonostante lo stesso Capo dello Stato abbia piu’ volte chiesto un intervento", ha detto Nitto Palma, ma anche sulla custodia cautelare ("non notiamo un intervento di sistema"), sulla responsabilita’ civile delle toghe, giudicando troppo bassa l’entita’ della rivalsa al 50% dello stipendio del magistrato. Quanto alla prescrizione, "non ci e’ stato detto nulla: ma se e’ come prospettato da alcuni giornali, non ci vede d’accordo". E poi c’e’ il falso in bilancio, perche’ la norma in vigore, introdotta nel 2002 dal governo Berlusconi, "ha passato il vaglio di Cassazione, Corte Costituzionale e Corte europea: se ora si vuole dare rilievo penale a condotte marginali o formali che non comportano danno, siamo contrari, come la maggior parte degli imprenditori".
"Manca una svolta", Forza Italia "contribuira’ a darla", aggiungono Renato Brunetta e Gianfranco Chiarelli. Da qui la "delusione". Ma per un accordo disatteso o per una riforma giudicata deficitaria? Nitto Palma assicura che Forza Italia non fara’ diktat e nega che la giustizia abbia nulla a che fare col patto del Nazareno, intesa che riguarda quelle riforme costituzionali, su cui e’ necessario trovare una maggioranza piu’ ampia in Parlamento, ricorda da parte sua Orlando. Mentre il dubbio di M5s e’ che lo scambio si giochi proprio qui.
"La riforma della giustizia nasce nell’ambito della maggioranza di governo, non da altri patti", replica il guardasigilli, che su Forza Italia ammette: "Differenze ci sono, ma siamo in una fase interlocutoria". Resta il fatto che i due piu’ forti partiti di opposizione, che pure attendono gli articolati di legge per un giudizio definitivo, mandano segnali per nulla distensivi. E anche la Lega (oggi Orlando ha visto Molteni e Stefani) da’ un ok sul civile, ma sul penale lamenta di aver visto "solo titoli". Oggi, solo la delegazione di Sel e’ uscita dal ministero soddisfatta, confermando che "la giustizia e’ il tema su cui abbiano in assoluto i minori attriti con il governo", ha sintetizzato il deputato Daniele Farina.
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