Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, intervistato dal Tg5, parla dei giovani italiani all’estero, “una perdita secca per l’Italia”, secondo il capo dello Stato. Il fatto che tanti giovani laureati cerchino fortuna oltre i confini dello Stivale è "una reazione naturale alle difficolta’ che si incontrano in Italia e penso, in modo particolare, a giovani che coltivano campi di ricerca anche dopo la laurea e non hanno possibilita’ di sbocco qualificato". Certo, quella di lasciare il BelPaese è "una libera scelta”. Ma la questione che devono porsi politica e istituzioni è quella di “creare le condizioni perché i nostri giovani possano tornare, e in questo senso varie norme di legge gia’ sono state approvate", ricorda Napolitano, citando quelle di Letta e Lupi.
Il fatto che siano sempre più i giovani italiani che decidono di andare all’estero è una grave perdita per l’Italia, ribadisce l’inquilino del Quirinale, anche perché il nostro Paese “si accolla il costo della formazione di questi giovani e poi deve deprivarsi di queste fondamentali energie”. E’ “fisiologico” che un giovane voglia fare esperienza oltre confine, per “qualificarsi ulteriormente”, ma “abbandonare per sempre il Paese e non vedere la possibilita’ di tornare in Italia è patologico".
Secondo Napolitano per restituire fiducia ai giovani "si deve innanzitutto garantire la massima attenzione da parte delle Istituzioni, Governo, Parlamento e anche Regioni ed Enti locali”. Oggi la condizione delle nuove generazioni “rischia davvero di essere molto critica" e politica e istituzioni non possono e non devono restare a guardare. Soprattutto, oggi i giovani italiani si sentono “privi di prospettive” a questa “deriva psicologica si deve reagire”. Per il presidente della Repubblica “gia’ solo il mettere l’accento sul problema” è un passo avanti, ma non basta: “occorrono decisioni, scelte concrete come quelle di cui proprio in questo momento si sta parlando in Italia e in Europa".
Parlando ancora del tema del lavoro, Napolitano ha affermato che quello delle raccomandazioni "e’ un aspetto grave e deteriore, pero’ il problema della disoccupazione giovanile ha delle dimensioni tali che non e’ scalfito se non in misura irrilevante dall’assunzione per raccomandazione. Anche se questa pratica continua, ed e’ da combattere e da sradicare, ormai e’ soltanto un piccolo tassello del problema. La verita’ e’ che ci sono milioni e milioni di giovani che, ne’ con la raccomandazione, ne’ senza raccomandazione, riescono a trovare lavoro".
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