E’ stata un’esperienza dura, sofferta, massacrante, perfino umiliante. Pero’ ne valeva la pena. Queste le sensazioni che animavano oggi una cinquantina di palestinesi al ritorno nella striscia di Gaza dopo essere stati finalmente ammessi, dopo una lunga attesa, in Israele per visitare i loro congiunti che scontano pene detentive per attivita’ armate. L’iniziativa e’ stata organizzata dalla Croce rossa internazionale e rientrava – almeno secondo Hamas – in intese mediate dall’Egitto in seguito alla liberazione da Gaza del soldato israeliano Ghilad Shalit. Sono partiti dalle loro abitazioni che faceva ancora buio.
Alle cinque di mattina la loro odissea e’ iniziata al valico di Erez (fra Gaza ed Israele) dove sono state condotte minuziose ispezioni corporali. Accettate peraltro con filosofia: per tutti la attesa di vedere i loro congiunti durava da cinque-sei anni. Cos’erano allora due ore in piu’ di contrattempi ? Ma una volta giunti nel carcere di Nafha, nel Sud di Israele, i passeggeri sono stati nuovamente perquisiti. La collera ha cominciato allora a serpeggiare. Perche’ – hanno chiesto ai secondini – ci e’ stato impedito di portare con noi da Gaza i bambini Perche’ queste nuove perquisizioni? Anche l’incontro con i reclusi ha lasciato un sapore di amarezza in bocca: chi sperava in un abbraccio, una carezza, un bacio, un contatto fisico purchessia ha dovuto ricredersi. Per motivi di sicurezza, il carcere israeliano aveva messo a disposizione una grande sala con vetri doppi dietro i quali si sono presentati 25 detenuti palestinesi. Per conversare con loro si poteva solo utilizzare un apposito telefono. Il tempo a disposizione e’ subito scattato: 40 minuti, per recuperare anni perduti.
Al loro ritorno a Gaza molti dei visitatori hanno detto che quell’incontro e’ letteralmente ‘volato via’, sembrava ‘una manciata di secondi’. ‘Meta’ del tempo – ha detto uno di loro – lo abbiamo passato a singhiozzare e ad asciugarci le lacrime’. Poi e’ iniziato il lungo ritorno a Gaza, avvenuto nel pomeriggio. ‘Dieci ore di viaggio per un incontro di quaranta minuti’ e’ stata la magra equazione della giornata, peraltro indimenticabile per queste famiglie. La settimana prossima un ulteriore scaglione di palestinesi lascera’ Gaza per visitare un altro gruppo dei circa 500 palestinesi attualmente detenuti da Israele.
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