Stop immediato al lancio di razzi e ai raid aerei e applicazione di una tregua ‘lunga’ di almeno un paio di settimane. Su questi due filoni l’Egitto tenta di raffreddare l’escalation a Gaza e si concentra il suo difficile tentativo di mediazione. La Lega araba, che con il segretario generale Nabil el Araby ha annunciato una missione nella Striscia "entro le prossime 48 ore", sostiene gli sforzi del Cairo per porre fine "all’aggressione israeliana a Gaza" e per uno "stop immediato delle operazioni militari".
Hamas, secondo fonti egiziane, e’ disponibile a fermare il lancio di razzi se Israele "interrompe gli omicidi mirati" e con l’apertura dei valichi.
Il Cairo e’ diventato da oggi crocevia di contatti e incontri nella tela che il presidente egiziano Mohamed Morsi tenta di tessere per disinnescare la mina ai suoi confini. Sono in contemporanea nella capitale egiziana il premier turco Recep Tayyip Erdogan, il premier e ministro degli Esteri del Qatar Hamad bin Khalifa al Thani e il capo di Hamas Khaled Meshaal. Al tempo stesso Morsi si ritrova a cavalcare l’onda popolare anti-israeliana nel paese e che sta prendendo piede anche nel suo stesso partito di riferimento, il braccio politico dei Fratelli musulmani.
Si e’ mobilitata anche la Lega araba che ha riunito i suoi ministri degli esteri per una vertice di emergenza richiesto dal presidente palestinese Abu Mazen. Nella risoluzione finale la Lega condanna ‘la barbara aggressione israeliana’ e da’ il suo sostegno alla mediazione egiziana per arrivare a uno stop alle operazioni militari. I ministri hanno anche dato il via libera ad una missione dell’organismo arabo a Gaza, guidata dal suo segretario generale Nabil el Araby, che in apertura della riunione ha proposto che i paesi arabi sostengano i palestinesi, anche rompendo l’embargo al quale la Striscia e’ sottoposta dal 2007, quando ando’ al potere Hamas.
‘Gli sforzi di mediazione per assicurare una tregua fra Hamas e Israele vanno sempre a rilento’, ammette pero’ una fonte del ministro degli Esteri egiziano all’ANSA, spiegando che l’obiettivo e’ il raggiungimento di una tregua per almeno due settimane, impedendo un’operazione di terra israeliana. ‘Ma l’Egitto incontra difficolta’ nella sua mediazione – spiega la fonte – perche’ Israele vuole cogliere questa occasione per proseguire la sua operazione militare e Hamas vuole dimostrare la sua forza’.
Il capo di Hamas Khaled Meshaal e’ arrivato al Cairo insieme a Ramadane Shallah della Jihad islamica e dovrebbero essere ricevuto da Morsi, anche se un appuntamento non e’ ancora stato fissato, dicono fonti della presidenza. Meshaal ha invece incontrato in giornata il capo dell’intelligence egiziana Mohamed Raafat Shehata.
Nella girandola di incontri Morsi ha gia’ visto il primo ministro del Qatar, il cui emiro, sceicco Hamad bin Khalifa al-Thani, si e’ recato in visita a Gaza ad ottobre, rompendo l’isolamento internazionale di Hamas. E il primo ministro turco Erdogan, che in una applaudito discorso all’Universita’ del Cairo, ha affermato che ‘Israele dovra’ rendere conto per il massacro di bambini innocenti a Gaza’. Ma se il tentativo di mediazione egiziana stenta a decollare anche la Lega araba si deve confrontare con l’impossibilita’ di essere veramente incisiva. Lo ha riconosciuto apertamente lo stesso premier del Qatar che ha puntato il dito contro riunioni che sono sempre di piu’ solo ‘inutili e costose’. Non vuote promesse ma impegni concreti: scuole, ospedali, case, ha sollecitato el Thani.
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