Inchiodato non piu’ soltanto dalle cifre dei sondaggi ma anche da quelle delle urne, Nicolas Sarkozy continua la caccia ai voti dell’estrema destra, ma l’onda lunga di questa sterzata sta facendo tremare dalle fondamenta l’Ump, il suo partito. La parola chiave della giornata e’ ‘compatibile’: cosi’, il presidente, ha definito Marine Le Pen, sdoganandola, e ripetendo poi di capire i suoi 6,5 milioni di elettori che ‘non ne possono più’.
Sarkozy si agita moltissimo, i sondaggi sul ballottaggio restano impassibili: il socialista Francois Hollande al 54% contro il presidente al 46%. Oggi il presidente e’ andato per un comizio, con successiva passeggiata fra la gente e assaggi di specialita’ nei negozi, a Longjumeau, nella banlieue di Parigi. Ne ha dette di piu’ fra i passanti che dal palco, dove ha ripetuto i capisaldi della sua svolta verso la sicurezza, il dimezzamento dell’immigrazione, l’attacco a Hollande che non accetta di fare tre dibattiti con lui ma soltanto uno, il 2 maggio. Passeggiando, invece, ha detto davanti ai microfoni che il voto per il Fronte nazionale, grande rivelazione del primo turno delle presidenziali, ‘non e’ riprovevole’ perche’ la sua candidata ‘Marine Le Pen ha diritto di presentarsi, quindi e’ compatibile con la Repubblica’. E poi ancora, ha sottolineato che bisogna ‘comprendere il voto al Fronte’ ed ha annunciato nei prossimi giorni ‘impegni precisi’ affinche’ gli elettori dell’estrema destra ‘sappiano che abbiamo capito il loro messaggio e abbiano la certezza che tali impegni saranno mantenuti’.
In molti parlano ormai apertamente di ‘fase due’ dell’operazione lanciata da Marine Le Pen, una sorta di opa sull’Ump ormai talmente estremizzato da aver dimenticato i principi gollisti e repubblicani ed essere prossimo all’implosione. Alle elezioni politiche di giugno, scrive oggi Le Monde, la leader del Fronte potrebbe ‘trasformare la meta’ che ha ben preparato in questo primo turno delle presidenziali.
E nell’Ump, il disagio e’ salito a livelli di guardia: oggi ad esplodere e’ stata Chantal Jouanno, ex ministro del governo che aveva manifestato gia’ nei giorni scorsi insofferenza per Sarkozy. Ha detto che nel caso di un duello al ballottaggio tra partito socialista e Fronte nazionale, voterebbe PS. Quasi una banalita’, che altri dell’Ump hanno sempre detto in passato, ma ripeterlo mentre Sarkozy sta facendo il massimo sforzo di apertura verso il Fronte ha avuto l’effetto di una bomba: ‘frasi stupide e controproducenti – ha tuonato il premier Francois Fillon – bisogna rifiutare le logiche di sconfitta, respingere ogni domanda sul dopo’. Lui, Fillon – secondo Le Figaro – ha fatto di peggio quanto a ipotesi di sconfitta, affermando che ‘in ogni caso, la mia posizione rimarra’ quella di fare appello all’unita’ della maggioranza per condurre la battaglia delle legislative’. Insomma, tutti i ‘tenori’ della destra di governo sembrano gia’ aver liquidato – in privato, negandolo in pubblico – la campagna elettorale e stanno pensando a riposizionarsi. Lo staff di Jean-Francois Cope’, il capo del partito, fa sapere che anche Fillon si mette nella logica della sconfitta. Ma secondo gli analisti lo fa piu’ per isolarlo nel caso avesse ambizioni di prendere le redini del partito da giugno in poi che non per ragioni di principio. Quanto a lui, Cope’, gia’ e’ chiaramente proiettato sul 2017, l’anno in cui si candidera’ personalmente all’Eliseo. Nella rissa, e’ sceso in campo anche Alain Juppe’, ministro degli Esteri e chiracchiano, ed ha picchiato duro: ‘faro’ di tutto perche’ l’Ump mantenga la sua coesione, rimettere in piedi l’Rpr o l’Udf significa 10 anni di sconfitte per quella che sarebbe l’opposizione.’. ‘Farebbe meglio a concentrarsi sul secondo turno’, gli ha detto seccamente Sarkozy in persona. Timidamente, la corrente centrista del partito prova a riportare equilibrio ma nessuno ascolta i loro appelli: ‘senza Francois Bayrou non si vince’, ripete l’ex premier Jean-Pierre Raffarin. Ma la sua, ormai, e’ una voce nel deserto.
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