Il cambiamento non si puo’ fermare, chi non lo vuole se ne faccia una ragione, dobbiamo dare un segnale di rinnovamento. Silvio Berlusconi e’ stanco delle beghe di cortile in Forza Italia e ribadisce la necessita’ di quel ricambio generazionale da sempre auspicato, caldeggiando la nomina di Giovanni Toti. Ieri sera, a cena con alcuni fedelissimi, la compagna Francesca Pascale e lo stesso Toti in un ristorante del centro storico di Roma, il Cavaliere avrebbe ripetuto quello che dice da mesi: senza il cambiamento non si va da nessuna parte. All’ex premier non e’ piaciuto affatto vedere sui giornali un partito che litiga sulle poltrone. Sono molto preoccupato per l’andamento dell’economia, tante imprese chiudono e sono a rischio, basta con il chiacchiericcio e le polemiche, mentre si parla di posti, il paese langue, si sarebbe lamentato davanti ai suoi ospiti a tavola. Voglio facce nuove, nel Comitato di presidenza non ci possono stare sempre le stesse persone, bisogna cambiare, con un giusto mix di esperienza ed energie fresche, avrebbe rimarcato il Cav, pronto a mediare tra le varie anime azzurre, ma determinato a realizzare la sua ‘rivoluzione azzurra’ per rispondere al ‘rottamatore’ Matteo Renzi. Il leader di Fi ha deciso: Toti fara’ parte dei nuovi organigrammi del partito con un ruolo di spicco, ma non sara’ un ‘primus inter pares’. E’ convinto che il direttore di Studio Aperto e Tg4 fara’ bene, passera’ ancora qualche giorno prima del suo debutto ufficiale. Ora Berlusconi e’ concentrato sul nodo della legge elettorale e sta preparando il faccia a faccia con Renzi, in agenda domani, forse nel pomeriggio, in un luogo neutro, certamente non a Largo del Nazareno.
Ora bisognera’ capire se Berlusconi vorra’ attuare la ‘rivoluzione azzurra’ subito o se lo fara’ solo piu’ in la’. Pur di non perdere di vista l’obiettivo grosso, vale a dire la legge elettorale per garantirsi la sopravvivenza futura, e’ pronto a fare qualche concessione a falchi e lealisti, che gli chiedono di ”non mortificare la classe dirigente con la nomina” di esterni. La vecchia guardia azzurra e’ favorevole al rilancio, anche attraverso energie fresche e volti nuove, ma non vuole vedersi fare le scarpe da chi non ha esperienza sul territorio e consenso testato dal voto. Il Cav sarebbe sempre intenzionato ad affidare a Toti il timone di un comitato ristretto, una sorta di segreteria politica, formata al massimo da una decina di persone, tra cui i capigruppo ed esponenti di primo piano di Forza Italia, a cominciare da Denis Verdini, che dovrebbe restare l’uomo macchina del partito. Il comitato ristretto, guidato da Toti (che dovrebbe ricoprire anche l’incarico di portavoce azzurro) sara’ presieduto da Berlusconi e lavorera’ d’intesa con il Comitato di presidenza, formato da 36 membri, come previsto dallo statuto (art.23) che rispecchiera’ le varie sensibilita’ interne e ricalchera’ in sostanza la composizione dell’ex Ufficio di presidenza del Pdl. Il nodo da sciogliere e’ sempre lo stesso: capire chi avra’ la supervisione sulle liste elettorali e le candidature, d’intesa con il Cav, cui spettera’ l’ultima parola in qualita’ di leader. E su questo fronte, bisognera’ vedere chi la spuntera’ nella battaglia ancora aperta tra le varie fazioni della vecchia guardia azzurra. Vale a dire tra i fedelissimi di Verdini, i lealisti e le colombe.
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