Gianfranco Fini, a Cagliari per il tour futurista ‘C’è un’Italia in cui credere’, ha parlato di crisi economica, dellla manovra del governo, di riforma elettorale e di costi della politica, fra le altre cose.
Secondo Fini quella che riguarda la crisi "è una partita che si gioca sui 90 minuti: il primo tempo è il decreto legge sul rigore, spero in un secondo tempo con provvedimenti sulla crescita".
A proposito di manovra, il presidente della Camera ha affrontato anche il tema di cui si discute molto in questi giorni, sui giornali e in tv, ma soprattutto sul web: la chiesa deve o no pagare l’Ici? Per il leader di Futuro e Libertà il fatto che il cardinale Bagnasco abbia aperto all’esame della questione “è molto apprezzabile”. Significa chiaramente “che anche in ambito ecclesiastico sono consapevoli del fatto che non ci possano essere aree di privilegio”. Si arriverà quindi a modificare la legge? “Vedremo nelle prossime settimane”, chiosa la terza carica dello Stato, che prima però precisa: “Chi pensava che su questo tema ci potesse essere uno scontro tra il laicismo più deteriore e il mondo cattolico rimarrà deluso”.
LEGGE ELETTORALE Fini si augura che la riforma elettorale venga inserita nell’agenda della politica, visto che “non e’ certamente un tema nell’agenda del Governo”. Governo che arriverà, dice il leader Fli, a fine legislatura.
RIFORME Durante questi mesi la politica ha la possibilità di mettere in atto le riforme tante volte annunciate e mai fatte. Soprattutto, sottolinea, il dimezzamento del numero dei parlamentari e dei consiglieri regionali, perché “il vero costo non della politica, ma degli apparati, e’ anche nel fatto che 945 parlamentari nazionali e alcune centinaia di consiglieri regionali rappresentano un numero superiore a quelle che sono le esigenze reali”.
MANOVRA E INDENNITA’ PARLAMENTARI Fini ha ricordato che e’ stata istituita una commissione presieduta dal presidente dell’Istat con lo scopo di “individuare una modalita’ che non si discosti troppo da quella gia’ in atto negli altri paesi europei”. Una “commissione che terminerà il proprio lavoro nel più breve tempo possibile”: toccherà poi a Camera e Senato tradurre in norme il risultato dell’indagine e del lavoro della commissione. “Spero tutto si possa fare nelle prossime settimane”.
FIDUCIA SULLA MANOVRA Il presidente della Camera ritiene che sia molto proababile che il governo metta la fiducia sulla manovra, visto che il numero di emendamenti presenti “è cospicuo”.
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