"Willy Wonka dei cioccolatai della vita reale": così il Financial Times ha definito Michele Ferrero, il "papà" della Nutella, scomparso sabato scorso, a Montecarlo, all’età di 89 anni, dopo mesi di malattia. Il paragone con il protagonista de "La fabbrica di cioccolato" (romanzo di Roald Dahl che ha ispirato successivamente ben due film, uno nel 1971 ad opera del regista Mel Stuart, l’altro più recente diretto nel 2005 da Tim Burton) ben si sposa con la figura di Ferrero che, con la sua industria dolciaria, è diventato negli anni un vero simbolo del made in Italy nel mondo.
Una vita trascorsa a capo del grande polo industriale Ferrero, con sede ad Alba in Piemonte, dove mercoledì alle 11, presso la cattedrale della cittadina, si terranno i funerali dell’imprenditore.
Michele, nato a Dogliani nel 1925, figlio di Pietro Ferrero, pasticciere di Alba, è riuscito negli anni a decretare il successo di un marchio che ha dato vita a prodotti come la Nutella, i Rocher, i Mon Cheri, i Pocket Coffee, le Tic Tac, il Kinder Sorpresa, prodotti capaci di trasformare il dolce in un vero e proprio alimento cult, conosciuto in tutto il mondo, e amato da milioni di consumatori. L’imprenditore italiano ha sicuramente avuto il merito di realizzare, almeno dal punto di vista alimentare, i desideri dei bambini accontentando anche i gusti dei più grandi: impossibile non ricordare alcuni famosi slogan legati ai prodotti Ferrero, uno su tutti "Che mondo sarebbe senza Nutella!".
Un successo decretato anche dal fatto che i prodotti a marchio Ferrero, entrati ormai a far parte dell’immaginario comune, sono più volte divenuti parte di citazioni nel mondo del cinema, della musica e della letteratura. Proprio in relazione a questa fama mondiale, non stupisce l’enorme quantità di commenti sui social, associati alle dichiarazioni pubbliche di chi ha voluto rendere omaggio al "Willy Wonka" del made in Italy.
Oggi il ministro dell’Interno Angelino Alfano parla di Ferrero come un "uomo che ha rappresentato con straordinario successo l’economia del nostro Paese nel mondo, rafforzandone l’immagine", "un protagonista dell’Italia migliore – ha aggiunto Alfano – quella che crea, che fatica, che vince. Tutti ne custodiremo con sincero affetto il ricordo". Beatrice Lorenzin, ministro della Salute, ha invece sottolineato che Ferrero "ha saputo unire la ricerca della qualità dell’imprenditore di successo a un’umanità che è tipica dei grandi uomini, di chi non dimentica le radici. Stava preparando lo sbarco in Cina, una nuova sfida che la dice lunga sulla lungimiranza degli imprenditori illuminati".
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