A poco piu’ di un mese dall’uscita nelle sale del suo nuovo film, The best offer con Geoffrey Rush, prevista per il 1 gennaio, Giuseppe Tornatore arriva al Festival di Roma per il documentario che gli hanno dedicato Luciano Barcaroli e Gerardo Panichi, ‘Giuseppe Tornatore. Ogni film un’opera prima’. Un’ora e 40 in cui si ripercorre la sua carriera del regista siciliano, con anche molto materiale inedito, come la visita sul set di Fellini durante le riprese di Una pura formalita’, molti super8 che Peppuccio ha girato da ragazzo e soprattutto una lunga conversazione con il cineasta, che parla anche dei progetti mai realizzati.
Fra i tanti attori e collaboratori (come Tim Roth, Sergio Castellitto, Sergio Rubini) che parlano di Tornatore c’e’ anche il protagonista dell’ultimo film, Geoffrey Rush, che si sofferma sul rigoroso modo di lavorare del cineasta: ‘Ho imparato a studiare fino all’ultima virgola della sceneggiatura perche’ la ricchezza del personaggio che Giuseppe vuole e’ gia’ tutta li”, spiega nel documentario.
The best offer, che Tornatore aveva definito un ‘thriller senza omicidi e una storia d’amore’ con sullo sfondo il mondo delle gallerie d’arte e di prestigiose vendite all’asta e’ stato girato a Bolzano, Trieste, Vienna, Praga. ‘Rispetto ad altri miei film ho potuto lavorare con molta piu’ tranquillita’, perche’ tutti erano convinti stessi riprendendo invece, un progetto a cui penso da 12 anni, Leningrado. E’ successo perche’ il produttore interessato all’idea di realizzarlo, ha avuto la felice e l’infelice idea di parlarne. Ora stiamo lavorando con lui a una quadratura del cerchio per renderlo possibile, ci stiamo provando insieme, il condizionale e’ d’obbligo. Dopo 12 anni, ho deciso di dire che lo faro’ solo una volta che ho finito’ dice sorridendo del film-ossessione che per anni e’ stato inseguito invano anche da Sergio Leone.
Riguardo il documentario ‘ho deciso fin dall’inizio di far accedere i due registi al mio archivio, ma non sono intervenuto affatto sul loro modo di realizzarlo, ho semplicemente risposto alle loro domande… tutte. Ho amato molto il loro stile, frantumando il racconto, lo hanno reso a piu’ dimensioni. Poi mi e’ piaciuta la loro serieta’, hanno accumulato materiali per due anni, hanno fatto un lavoro pazzesco’.
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