Le decisioni prese dall’attuale governo tolgono il sonno agli italiani all’estero, che dinanzi alla cancellazione di sacrosanti diritti non riescono proprio a rassegnarsi e rimanere inerti. Le chiusure di ambasciate e consolati, che in più casi (penso per esempio alla Repubblica Dominicana) sono state una vera e propria follia; la riduzione del numero di Istituti italiani di cultura; l’eliminazione di quasi venti Comites, non sono bastati a soddisfare il bisogno di tagli che, pur necessari, non rispondono a criteri di equità, ma complicano la vita del cittadino comune. Così l’esecutivo guidato da Matteo Renzi prepara agli italiani nel mondo un altro bel regalino.
Lapo Pistelli, viceministro del Mae, incontrando ieri in Senato il Comitato per le questioni degli italiani all’estero, ha spiegato che nella prossima legge di stabilità il ministero degli Esteri dovrà effettuare tagli pesanti, tra il 10 e il 12% del bilancio complessivo. Ci domandiamo dove ancora abbia intenzione di tagliare il governo. E ci auguriamo che ad andarci di mezzo non siano per l’ennesima volta le comunità italiane oltre confine.
Per ridurre gli sprechi, si dovrebbero tagliare privilegi e stipendi d’oro di diplomatici, ambasciatori e consoli, e non solo. Invece il nostro timore, visto che a questo ci hanno abituato Renzi e i suoi ministri, è che ancora una volta la mazzata più pesante riguarderà i connazionali residenti nei cinque continenti, ormai resi sempre più deboli per le scelte di questo esecutivo.
Il presidente del Comitato per gli italiani all’estero al Senato, Claudio Micheloni, dichiara senza mezzi termini che i tagli annunciati sono drammatici. Una affermazione che ci spaventa. E non basta a rincuorarci il fatto che proprio Micheloni abbia promesso di “combattere per ridurre il più possibile i tagli" in sede di discussione al Senato. Qui c’è poco da stare tranquilli: dopo i pesanti tagli, dopo le pesanti tasse, il governo di Matteo Renzi si prepara a giocare un altro bello scherzetto agli italiani all’estero: ma ai nostri connazionali, già provati da disagi burocratici oltre che economici, non viene affatto da ridere.
Non smetteremo di difendere le nostre comunità su questo giornale, dove saranno pubblicate le reazioni e le opinioni di chiunque voglia esprimersi al riguardo; non smetteremo di chiedere nelle sedi opportune il rispetto del diritto ad essere considerati cittadini italiani ugualmente garantiti; anche se la nostra vita lavorativa e famigliare è altrove, il nostro Paese è l’Italia e i politici non possono ricordarsi di noi solo al momento delle elezioni.
Discussione su questo articolo