Fabrizio Di Michele, Console a New York: “Lavoro per la comunità portando Palermo nel cuore”

Palermitano, 53 anni «ancora da compiere», il console italiano a New York si è laureato in Scienze Politiche a Firenze e ha vinto il concorso per entrare in diplomazia nel '95, ad appena 26 anni. Da viale Michelangelo a Times Square

Foto di Terry W. Sanders

Quando gli amici andavano a giocare a pallone o fuggivano in spiaggia, a Mondello o Sferracavallo, Fabrizio Di Michele restava a casa a studiare perché quella, in fondo, era la sua passione.

In una bella intervista pubblicata nel weekend nell’edizione di Palermo de La Repubblica, il Consolato generale d’Italia di New York si racconta.

Palermitano, 53 anni «ancora da compiere», il console italiano a New York si è laureato in Scienze Politiche a Firenze e ha vinto il concorso per entrare in diplomazia nel ’95, ad appena 26 anni. Da viale Michelangelo a Times Square.

Un anno fa, quando si è insediato, ha detto che si sentiva a New York come una Ferrari tra le strade di Matera. Cioè pieno di energia e voglia di fare ma ingabbiato dalle restrizioni della pandemia. Poi racconta cosa fa un console generale a New York: «Lavora per la sua comunità, cerca di mettere a disposizione gli uffici a chiunque ne abbia bisogno. Non ho certo l’ambizione di rappresentare tutta la comunità italo-americana, ma sento questo legame profondissimo degli americani di origine italiana che qui sono almeno 700 mila. Parliamo di un’emigrazione diversa da quella di inizio Novecento o dopo la Seconda guerra mondiale. Oggi gli italiani che si trasferiscono sono uomini e donne d’affari, accademici, medici di successo. Siamo dunque una immensa risorsa per questa città. Poi, certo, ci sono le questioni burocratiche da svolgere, i passaporti da rinnovare, i nostri connazionali da aiutare se finiscono in qualche guaio, ma il vero obiettivo è quello di creare una comunità e diventarne un punto di riferimento».