Gianfranco Fini è intervenuto oggi a una tavola rotonda organizzata per il 30esimo anniversario del centro di ricerca Nomisma a Bologna. Durante l’incontro, a cui ha preso parte anche Romano Prodi, il presidente della Camera si è soffermato in particolare sul ruolo dell’Italia all’estero. Parlando di Libia, il leader di Futuro e Libertà ha detto: "Se avessimo avuto un po’ piu’ di dignita’ quando c’era Gheddafi, avremmo avuto meno imbarazzo a partecipare alle operazioni internazionali e oggi avremmo piu’ facilita’ a interloquire con le nuove classi dirigenti".
"Il prestigio internazionale vuol dire tante cose. Vuol dire mantenere in primo luogo gli impegni che si assumono, e non mi riferisco solo agli impegni economici che a volte vengono disattesi per problemi finanziari. Mi riferisco anche ad altri impegni, in particolar modo alle missioni militari di pace. Da questo punto di vista l’Italia e’ perfettamente credibile".
Dal palco del convegno, Fini ha toccato anche l’argomento "primavera araba": "sono tante le ombre", ha detto, "ma la speranza è intatta". Certo, "nessuno rimpiangera’ i precedenti regimi", ma allo stesso tempo bisogna anche ammettere che "quello che e’ davanti a noi presenta molte incognite".
Il presidente della Camera, sempre da Bologna, dopo aver appreso la notizia della liberazione del soldato israeliano Gilad Shalit tenuto prigioniero per oltre duemila giorni a Gaza, ha espresso "grande soddisfazione". "Si tratta di un evento che riempie di gioia tutti coloro che si sono impegnati per la liberazione di Shalit,che era diventato, suo malgrado il simbolo in Israele e non solo della lotta per la difesa del proprio paese". L’augurio è che sia "il primo passo di un cammino che porti le autorita’ israeliane e Hamas a dialogare per giungere ad una definizione complessiva dei problemi dell’area".
Durante il suo intervento all’evento targato Nomisma, Gianfranco Fini ha puntato il dito contro l’Europa: quando si è trattato di agire in maniera unita in politica estera, "chi l’ha vista"? "Alzi la mano chi l’ha vista, stanno tornando gli stati nazionali piu’ che l’Europa". E ancora: "Non credo affatto che in una fase storica di cui non c’e’ una politica estera europea, e con la congiuntura economico-finanziaria che abbiamo, ci possano essere risorse in Europa per le politiche di cooperazione". Fini ribadisce: "stanno tornando in prima linea le politiche nazionali. Basta pensare cosa e’ accaduto in Libia: Bruxelles non e’ pervenuta ma altre capitali sono pervenute e come".
L’INTERVISTA AL CORRIERE Sul Corriere della Sera di oggi in un’intervista Fini è tornato a parlare del Governo Berlusconi: la lunda di miele tra il Veneto e il premier, sostiene il presidente della Camera, è finita. Il disagio del Nordest non è un fenomeno recente, aggiunge il leader Fli, ricordando che alcuni importanti politici del Popolo della libertà del Veneto, Giustina Destro e Fabio Gava, non hanno votato la fiducia al Governo Berlusconi la scorsa settimana e sono stati esclusi dal Pdl.
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