Tutto in 48 ore. E’ la partita doppia di Cesare Prandelli, tra Spagna e futuro. Il suo, certo, ma anche quello del calcio italiano. Ora e’ tutto ai suoi piedi, con le piazze piene e l’entusiasmo traboccante. Il prima e il dopo, questo anche conta per il commissario tecnico dal volto umano. ‘No, non c’e’ aria di divorzio dall’azzurro. Pero’ gli ultimi due mesi sono stati pesanti’, ammette all’indomani di un’altra storica vittoria sulla Germania, impresa che consuma le energie e riempie i cuori.
Aufwiedersehen, ‘arrivederci’, cantavano i tifosi tedeschi in partenza da Varsavia. E Prandelli, che lingua vuole usare dopo la finale con la Spagna? ‘Me lo ha chiesto anche Buffon questa mattina: che succede? Come tutte le persone sensibili, nessuna domanda diretta ma solo curiosita’ sull’aria che tira’. Tira aria da sassolini nelle scarpe. La Nazionale che ‘non interessa a nessuno per tutto l’anno, e poi tutti paladini’; le critiche per il figlio Niccolo’ nello staff (‘mi hanno fatto davvero male’); le ironie sul codice etico, ‘e invece io parlavo solo di comportamenti in campo, non potevo certo pensare agli avvisi di garanzia quando l’ho stilato’. O lo sbigottimento per le parole del premier Monti sull’opportunita’ di chiudere per due o tre anni il calcio, fino alla presenza a Kiev, ‘ma sinceramente non mi sorprende’. Insomma, tutto il fastidio per lo snobismo a tempo controbilanciato solo dal presidente Napolitano. ‘Il Presidente ci ha adottati’, l’affettuoso augurio di compleanno del ‘figlioccio’ Prandelli. L’unico contropiede che ama e’ quello verbale, il ct che ha rivoltato l’Italia e la sua immagine catenacciara ma non riesce a far cambiare le altre cattive abitudini. Eppure e’ bastato quel ‘del futuro vedremo dopo l’Europeo’, a poche ore dalla Germania, per mettere paura a tutti sull’avvenire della panchina azzurra. ‘L’ho sempre detto: mi manca il campo, ma da ct conta la qualita’ della vita. Gli ultimi due mesi sono stati pesanti, mi chiedevo dove fosse quella qualità’.
Mesi fa Prandelli nego’ ai dirigenti Figc l’interessamento dell’Inter, oggi smonta voci su offerte russe. Ovvio che nel club Italia ci sia molta attenzione alle parole del ct, e ai suoi disagi. ‘Il fatto e’ che quando diciamo che durante l’anno la Nazionale non interessa a nessuno e’ la verita’: negli altri Paesi e’ l’inverso – l’amara considerazione di Prandelli -. Poi tutti tifosi, tutti paladini, tutti in piazza. Una volta passato l’Europeo, tutto finito… Io faccio il tecnico, propongo soluzioni nella convinzione che il nostro calcio abbia le qualita’ per rialzarsi: ma non sono ne’ un dirigente ne’ un politico. Sara’ poi la Federazione a doversi confrontare con i club. E che loro cambino, la vedo dura…’.
Nel vuoto e’ caduta l’idea di Prandelli di una Under 20 in B, nel vuoto i progetti per la valorizzazione dei giovani (‘restiamo fermi in questo campo, e tra qualche anno Mondiali ed Europei li vediamo in tv’, il suo grido d’allarme). ‘Non pongo condizioni, no: vedrete, non se ne andra’ nessuno. E comunque non crolla niente per una persona’. Una partita che si puo’ perdere o vincere. Come con la Spagna. ‘In cosa somiglio a Del Bosque? Se va avanti cosi’, nel peso’, la battuta, indicando le maniglie che incombono sui fianchi. L’avversario di domenica va pero’ preso con rispetto: ‘Loro restano un riferimento, difficilmente riusciremo a copiarli: cosi’ volubili come siamo, cambiamo umore da un tempo all’altro. Gli spagnoli giocavano quel calcio da sempre, ma non finalizzavano: hanno avuto orgoglio e senso nazionale di continuare, hanno trovato una generazione di campioni’, l’analisi dell’avversario, cui fa da contraltare un senso di appartenenza azzurro inesistente: ‘Dissi prima dell’amichevole con la Russia ‘se volete restiamo a casa’. C’era un premier che parlava di stop del calcio, un pm che mandava avvisi di garanzia senza chiarire quando interrogava un mio giocatore: se non vi rappresentiamo, restiamo a casa’. Ma una volta partiti, si e’ arrivati fino a Kiev. ‘Siamo orgogliosi di rappresentare l’immagine dell’Italia all’estero, cosi’ come io lo sono di allenare questi ragazzi’. Balotelli che finalmente ha capito ‘che se gioca nella squadra e’ grandissimo, e ora deve prendere a modello la partita di ieri’; o Cassano su cui il ct aveva puntato. E soprattutto uno stile azzurro: ‘Sono convinto, il calcio italiano puo’ riemergere. Ci provo, dall’alto posso essere un riferimento: percio’ con la Spagna giochiamocela senza timori – la conclusione di Prandelli -. Di tutto il resto parleremo con cuore sincero’. E comunque da vincitore.
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