Il grande capitolo delle privatizzazioni potrebbe, in futuro, riaprirsi. A prefigurare un intervento, possibile anche se certamente non nell’immediato, sui grandi colossi di Stato Eni ed Enel e’ il sottosegretario allo Sviluppo economico, Claudio De Vincenti, che non esclude ‘una valorizzazione delle quote’ in mano pubblica anche se, aggiunge, per il momento le cose vanno mantenute cosi’ come stanno. La Borsa, pero’, non si entusiasma, scettica sulle reali possibilita’ di una cessione, in particolare in una fase di grande debolezza dei mercati azionari. ‘Al momento non prevediamo la cessione delle partecipazioni in Eni e Enel, ma per il futuro si potra’ discutere di questo punto e non possiamo escludere una valorizzazione di queste quote’, ha detto De Vincenti in una sede che piu’ istituzionale non si puo’, un’audizione davanti alla Commissione Attivita’ produttive della Camera. Secondo De Vincenti, infatti, per operatori di mercato come Eni e Enel ‘e’ opportuno che lo Stato stabilisca le regole ma rimanga fuori’ dalla proprieta’.
L’ipotesi di una cessione, circolata spesso in questi ultimi anni anche come arma abbatti-debito, viene pero’ subito smorzata dallo stesso De Vincenti, secondo cui ‘per ora va bene cosi”, ‘al momento le quote devono essere mantenute in mano pubblica’, perche’ si tratta di ‘due grandi societa’ con un ruolo internazionale importante che stanno sviluppando la loro attivita’ grazie al rapporto equilibrato tra quota pubblica e maggioranza di azioni in mano al mercato’. Il sottosegretario ha invece chiarito che ‘per le reti di trasporto di energia e gas (Terna e Snam Rete Gas, ndr) riteniamo fondamentale la partecipazione statale e manterremo la quota di controllo, anche se in un modo particolare, cioe’ attraverso Cdp che risponde al mercato’.
Se intervento su Eni ed Enel ci sara’, quindi, non sembra prefigurarsi a breve termine, anche perche’ attualmente le due societa’, in Borsa, a causa della crisi e come molte altre realta’ industriali italiane, non rappresentano certamente un ‘tesoretto’ interessante. L’Enel si aggira sui 3 euro (oggi ha chiuso a 2,95 euro in calo dell’1,86%), contro i 7,7 euro del massimo storico, per una capitalizzazione che si aggira sui 27 miliardi di euro. Il valore della quota detenuta dal Tesoro, pari al 31%, e’ pressappoco pari i 10 miliardi. Quanto all’Eni, oggi ha terminato la seduta a 17,95 euro (-0,22%), ben lontano dal record storico segnato oltre i 25 euro. La capitalizzazione di Borsa e’ oggi pari a circa 65 miliardi: le quote direttamente o indirettamente (attraverso Cdp) detenute dal Tesoro valgono quindi circa 22 miliardi di euro.
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